l'uomo illustrato di Ray Bradbury

L’uomo illustrato di Ray Bradbury

L’uomo illustrato di Ray Bradbury è un romanzo “di catalogo” e non pensato per ragazzi.

Di catalogo vuol dire che appartiene alla backlist di un autore, che si trova normalmente nello scaffale dei tascabili e che resta lì a conservarsi finché qualcuno non lo scopre.

E non è un romanzo per ragazzi.

Quindi che c’entra su questo blog?

E’ vero che dichiaratamente mi occupo molto di albi illustrati e di libri per ragazzi,

Ma ricordiamoci che il mio scopo principale è più ampio.

Far conoscere i libri affinché essi instaurino una capacità nuova di leggere sé stessi e il mondo.

Attività che rivolgo agli adulti che lavorano con i ragazzi, a chi lavora con i libri, a chi ama i libri.

E attività che mi piace veicolare soprattutto attraverso quella letteratura etichettata troppo facilmente come “per bambini”.

L’uomo illustrato di Ray Bradbury si rivolge a tutte queste categorie summenzionate.

Inoltre, credo che L’uomo illustrato di Ray Bradbury sia un libro perfetto da far leggere a scuola, a partire dalla terza media.

L’uomo illustrato di Ray Bradbury è un libro del 1951.

Sebbene Bradbury sia conosciuto principalmente per quel capolavoro di Fahrenheit 451, lo scrittore è stato assai prolifico.

https://www.youtube.com/watch?v=QLhxQ83E9SA

Citazioni di Bradbury si trovano ovunque nella letteratura, anche in quella per ragazzi, come qui in Myra sa tutto di Luigi Ballerini.

Ci tornerò in un secondo momento, ma tra i valori letterari che amo veicolare c’è quello per cui non bisognerebbe permettere di esercitare i propri diritti in società se prima non si è letta sacra triade:

  • Fahrenheit 451
  • 1984
  • La fattoria degli animali

Ho conosciuto L’uomo illustrato grazie…a una puntata di Criminal Minds (Il male dipinto, 5×20), uno dei miei guilty pleasure.

Di cosa parla L’uomo illustrato di Ray Bradbury?

Non è un romanzo, bensì una raccolta di racconti.

A fare da contenitore ai racconti c’è la vicenda dell’uomo che dà il titolo all’opera.
Un ‘uomo illustrato, ovvero tutto tatuato che, per una strana maledizione, non può rimanere più di pochi giorni nello stesso posto.

Il motivo?
I suoi tatuaggi mutano, si muovono, disegnando ciò che avverrà di lì a breve.

Le persone non vogliono sapere, sono terrorizzate.
E l’uomo illustrato è costretto a muoversi di città in città, di paese in paese.

Una notte racconta il suo tormento a un altro uomo, poi si assopisce.
Nel tempo di questo breve sonno, l’uomo che ha ascoltato la storia, vede con i suoi occhi i tatuaggi muoversi, fondersi e disegnare 18 racconti.

Le 18 storia che appunto compongono l’antologia.

18 racconti di fantascienza di enorme potenza visionaria e metaforica.

Racconti che sono un autentico ponte tra il passato vissuto da Bradbury e il futuro che, noi che lo stiamo vivendo, leggiamo con ancora più stupore.

L’incipit de L’uomo illustrato di Ray Bradbury è il racconto Il Veldt.
Di fatto ha una protagonista silenziosa, una casa che oggi chiameremo “domotica”.

Una casa che risponde a qualsiasi comando e che è attrezzata per ricreare qualsiasi ambientazione.
Una casa che ha abituato al comando i bambini della coppia di protagonisti, al punto che il ruolo genitoriale è messo in discussione nella maniera più inquietante possibile

uno degli scopi originari delle stanze dei giochi era permettere lo studio delle impronte che la mente dei bambini lasciava sulle pareti; osservandole con calma, si sarebbero potuti aiutare i piccoli.

in questo caso però, la stanza è diventata un canale che porta a…pensieri distruttivi, invece che a una liberazione dell’aggressività.

Basta leggere questo breve passaggio di Il Veldt per rendersi conto della profondità tematica de L’uomo illustrato di Ray Bradbury.

Temi che possono essere stimolo per sé stessi, in un confronto tra lettori, in una discussione di classe.

Non contiene forse spunti quali la consapevolezza digitale, il ruolo educativo della genitorialità, l’ingerenza dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite, il ruolo dei videogiochi o l’avvento del MetaVerso?

Nel racconto La prossima mano, ci troviamo su un pianeta che non è la Terra.
Siamo, a spanne, negli anni 2000 (ricordiamoci sempre che L’uomo illustrato è del 1951) e la popolazione nera abita questo pianeta.

Un giorno si annuncia l’avvento dell’uomo bianco: i bambini non lo hanno mai visto, ma molti adulti ricordano benissimo ciò che ha fatto l’uomo bianco.

Si preparano così all’accoglienza che sono convinti meriti l’uomo bianco: la ghettizzazione, le scritte di divieto in vernice rossa, i linciaggi, i cappi da far penzolare dagli alberi.

Una storia che si ripete.
Ma in realtà, la speranza c’è…

Quello che succederà d’ora in poi dipende da noi. Il tempo di fare pazzie è finito, possiamo permetterci di essere tutto meno che pazzi.

l’ho capito mentre lui parlava, ho capito adesso l’uomo bianco è solo come noi siamo sempre stati. non ha più casa, come noi non l’abbiamo avuta per tanto tempo.

I conti sono chiusi, possiamo ricominciare da capo e in parità.

Non è forse la migliore lezione che la Storia più lasciare?
La ragione e la coscienza che vincono sulle emozioni meno controllabili.

In L’uomo è fortissimo il tema della religione.

Un racconto in cui un manipolo di uomini giunge su un pianeta, salvo trovare tutti gli abitanti con l’attenzione rivolta ad altro.

Un uomo è giù stato lì prima di loro.
Quell’uomo (anche se non viene mai nominato tale) è il Messia.

Profonda la riflessione che suscita nel lettore: i terrestri, quelli che muovono le proprie battaglie spesso in nome della religione, non riescono a credere al Messia.

E quando l’evidenza si palesa in tutta la sua potenza, l’atteggiamento di questi uomini cambierà senza mutare nell’intento bellico.

andrà da un pianeta all’altro, cercando all’infinito, ma arriverà sempre un’ora, mezz’ora, dieci minuti troppo tardi.

Alla lunga lo mancherà solo di un minuto, una manciata di secondi, e quando avrà visitato trecento pianeti e avrà settanta o ottant’anni lo mancherà di una minima frazione di secondo.

continuerà, illudendosi di trovare proprio quello che si è lasciato alle spalle qui…

Due chicche su altri due racconti in particolare.

In Gli Esuli c’è in nuce ciò che pochissimi anni dopo sarà sviluppato in Farhenheit 451.

Gli Esuli del titolo sono gli scrittori di letteratura gotica, che in una dimensione parallela stanno organizzando la propria vendetta.

Capeggiati da Edgar Allan Poe, aiutato da quelle che sembrano proprio essere le streghe di Macbeth, gli autori vogliono vendicarsi dell’uomo che sta distruggendo i loro libri.

Ciò li condannerà ad essere ombre.

La guerra genera la guerra.
Un secolo fa, nel 2020, i nostri libri sono stati messi al bando su tutta la terra.

che cosa orribile distruggere la nostra letteratura.

Infine il racconto Rocket Man, che ha ispirato la canzone di Elton John.

La storia di un uomo che viaggia nello spazio, che quando è sulla Luna sogna di essere a casa, ma che quando è a casa sogna di essere sulla Luna.

Un eterna insoddisfazione che l’uomo non vuole far vivere a suo figlio.

A far da contraltare alla sua insoddisfazione, ci sono la gestione della distanza e delle emozioni della moglie e del figlio, che trovano il proprio modo di continuare a vivere.

Perché leggere L’uomo illustrato di Ray Bradbury?

Principalmente per la varietà tematica evincibile dagli stralci sopra riportati. Solo per citarne alcuni:

  • La fuga dalla terra martoriata e la ricerca di un nuovo inizio su un pianeta diverso. Terra martoriata da guerre, da atteggiamenti dissennati, da pestilenze o epidemie. Ricordiamoci che nel 1951 la guerra è finita da pochissimo tempo. Bradbury ha visto lo svolgersi e le conseguenze di un conflitto mondiale che sconvolto la terra e che ha portato con sè una bomba atomica e un Olocausto.
  • L’incapacità dell’uomo di non essere sé stesso: ne consegue che ovunque egli vada, porta con sé anche la sua capacità di distruggere, l’illusione o la disillusione
  • L’accoglienza dell’altro, del “marziano” e, viceversa, come il marziano accoglie l’uomo. Chi è davvero l’altro a questo punto?
  • Il ruolo dei bambini. I bambini di Bradbury sono particolari, esulano completamente dal resto dell’umanità, rappresentando la rottura col passato e con i canonici modi di pensare. I bambini sono sfidanti e rivoluzionari nel senso più inquietante del termine. A lato questo tema porta con sé il rapporto con le generazioni future.
  • La religione. In due racconti in particolare il tema della religione è molto forte e sentito.
  • La cultura, intesa anche in questo caso come ciò che ci eleva e ciò che per primo viene distrutto nel momento in cui il paradigma cambia.
  • I temi cari alla fantascienza: le invasioni e la presa di potere dell’intelligenza artificiale che sfugge al controllo dell’uomo.

Per la scuola: l’importanza della fantascienza e della distopia

Leggere questo tipo di romanzi a scuola è fondamentale.

In realtà il motivo che rende il fondamentale tale, è lo stesso che renderebbe questo libro necessario anche più in là con l’età.

I libri belli sono specchi ma sono anche finestre.

Un libro come L’uomo illustrato è uno specchio rivolto all’indietro (come eravamo, come ci immaginavamo) e allo stesso tempo una finestra sul futuro.

Leggere una distopia o una fantascienza pone un filtro tra l’ora e il poi che funge da effetto straniamento.

E con lo straniamento si attivano (si esercitano) le competenze critiche nello sguardo sul presente.

Leggi anche L’estate incantata. 

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