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Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo

Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo è un piccolo libro d’artista autoprodotto.

Lo conobbi la prima volta alla libreria Spazio BK e da allora più volte ha incrociato il mio cammino.

Lo si trova solo in quelle librerie che hanno un occhio di riguardo per il lavoro artistico e per l’illustrazione e che decidono di ospitare libri auto prodotti (cioè fuori dai canali distributivi canonici).

Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo è un susseguirsi di singole tavole molto essenziali che svelano quesiti molto filosofici.

Ayumi Kudo (qui il suo sito) è un’artista giapponese che nel 2013 realizzò la mostra che dà il titolo al libro, Le cose in-misurabili.

Protagonista delle sue illustrazioni, ripreso anche in seguito in tutte le sue altre produzioni, è un gatto.

Un disegno essenziale, pochissimi tratti completati a volte da qualche acquarello.
Il disegno si accompagna alla parte più importante dell’opera, dove la parola è solo la il mezzo.

Il cuore delle opere di Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo, è l’intenzione. La sua intenzione è quella di provare a misurare ciò che misurabile  non è.

E’ proprio questo tentativo che ci porta a esplorare dei concetti, dei modi di sentire, delle emozioni in una maniera inaspettata.

A chi verrebbe in mente di verificare se fosse possibile misurare la differenza della temperatura fra istinto e ragione?

Oppure misurare il tepore del sospiro di sollievo.
O, ancora, misurare la distanza tra la mia e la tua speranza.

Sono sempre affascinata dalla capacità di alcune persone di verbalizzare (scrivere, de-scrivere, disegnare, permettere di sentire) le emozioni.

Ne avevo parlato anche in un altro mio post, dove raccoglievo libri illustrati che mostrano le emozioni.

Libri illustrati per descrivere le emozioni

In Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo avviene qualcosa di ancora più particolare.

Se infatti i più bravi scrittori e artisti hanno il pregio (e il privilegio) di centrare dritto al punto il “come ci sentiamo” utilizzando la parola giusta (magari inventata ad hoc) o creando un’illustrazione che ci punge nel mezzo, con Ayumi Kudo avviene qualcosa di ancora differente.

Ayumi Kudo è giapponese, l’italiano non è la sua lingua madre.

Dunque ciò che lei esprime sentendolo prima di tutto in giapponese, va reso poi in una lingua dove con ogni probabilità non esiste una parola specifica.

Ma quel modo di sentire esiste, eccome.

Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo è scritto in tre lingue, giapponese, italiano e inglese.

Come sappiamo, esistono parole intraducibili in altre lingue.
La versione italiana delle didascalie che accompagnano le illustrazioni di Le cose in-misurabili a volte traballano, ed è proprio su quel terreno ballerino che portiamo ancora più consapevolezza e attenzione.

Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo è un albo profondamente filosofico nella sua apparente semplicità.

Leggi una didascalia, la rileggi.
Cerchi di coglierne il significato letterale più profondo per poi passare all’esplorazione del concetto.

Misurare l’energia per avanzare approfittando dell’occasione.

Misurare l’acutezza della tua parola che centra il nocciolo

Misurare l’angolazione dalla quale possa cadere qualcosa di buono

le cose in-misurabili di Ayumi Kudo

le cose in-misurabili di Ayumi Kudo

Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo è un libro illustrato che consiglio spesso come regalo di matrimonio.

Ne esistono due edizioni, una più grande, “fascettata” da un piccolo metro, e una più piccola.

Se volete trovare dove comprarlo (su Amazon non lo trovate, per fortuna!), segnalo qui le due edizioni:

Le cose in-misurabili, versione con metro
Le cose in-misurabili, versione piccola

E però consiglio Le cose in-misurabili di Ayumi Kudo anche per sviluppare il pensiero filosofico, inteso come quella capacità di osservare il reale, dargli un nome, collocarlo dentro e fuori di sé.

Un libro in grado di leggere le emozioni, di sviluppare la capacità di nominarle e, soprattutto, di grande potenza immaginativa.

Perché non portarlo a scuola, magari in una classe superiore…

E perché non sfruttarlo per raccontare storie?
Ogni singola misurazione può permettere a noi stessi di raccontare qualcosa che ci appartiene, ma favorisce anche il viaggio dell’immaginazione.

Quale storia può nascondersi dietro a

misurare inclinazione che mi pare il mondo abbia preso?

E infine: sono tutte cose misurabili o davvero sono in-misurabili?
Perché l’ultimissima illustrazione non lascia scampo: c’è qualcosa che proprio non si può misurare.

le cose inmisurabili 1

Scopri gli altri libri di Ayumi Kudo.

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