albi illustrati per piccole sfide

7 albi illustrati per piccole sfide

Gli albi illustrati dedicati alle piccole sfide sono il quinto post scritto in collaborazione con Elisa Pella di Il genitore consapevole.

Dopo aver parlato del tempo dei bambini, di resilienza, di paura e di lettura condivisa, parliamo ora di piccole sfide e di albi illustrati che attivano il riconoscimento.

Piccole o grandi, le prime piccole sfide rappresentano il terreno di prova su cui i bambini sviluppano il loro approccio alla vita.

Da libraia, mi piace vedere quando mamme, papà, adulti in generale si rivolgono al mondo dei libri in cerca di aiuto per supportare le piccole persone con cui si relazionano.

Ma  c’è un filo sottilissimo tra la ricerca di aiuto in un libro che possa essere una sorta di specchio della realtà in cui riconoscersi, e la ricerca di un libro medicina a cui affidare totalmente la risoluzione di un problema.

Ecco l’opinione della parent coach Elisa Pella a proposito di bambini e piccole sfide e del ruolo che i genitori possono avere:

L’istinto di protezione è innato in ogni genitore.
Proteggere i nostri bambini fisicamente ed emotivamente è quasi una vocazione.

Eppure a volte è necessario fare un passo indietro: stare a guardare mentre i nostri piccoli affrontano una delusione, una frustrazione o una fatica che magari avremmo potuto evitargli, ma averla superata sarà un mattoncino importante nel lungo processo della costruzione di sé e della propria autostima.

Ecco tre punti che è importante tenere presente:

  1. le sfide dei bambini sono le loro, non facciamoci carico delle loro emozioni e non “rubiamogliele”. Consentiamo loro di piangere o gioire e restiamo presenti a supportarli.

  2. quello che è difficile per me potrebbe essere facile per te e viceversa: non giudichiamo i bambini in base a standard che non sono i loro. Accettiamo quello che vediamo e crediamogli quando dicono di fare fatica.

  3. ogni bambino ha i suoi tempi: superare una difficoltà, conquistare una nuova competenza, affrontare una sfida non sono gare, sono processi e come tali vanno rispettati.

La prime piccole sfide per un bambino possono essere numerosissime, ma nella selezione che  propongo qui si parla di alcune tematiche quotidiane.

Le prime amicizie, il chiedere scusa (o in generale l’imparare a esternare ciò che ci mette a disagio, come ammettere le colpe), l’essere se stessi, il non sentirsi “capaci” di fare qualcosa, la timidezza, affrontare i cambiamenti…

Ecco la mia proposta di albi illustrati e piccole sfide.

Clic e cloc, Estelle Billon Spagnol, Nomos Edizioni

Clic e Cloc, diversi eppure amici.
Ma quegli amici inseparabili, al punto che non si concepiscono l’uno senza l’altro.

Però un giorno Clic vede Cloc insieme a un altro amico.
Nella sua testa immagina di essere stato soppiantato, di non avere più un posto accanto al suo amico di sempre.

Gira solitario, si dispera e ignora che Cloc, dopo essersi divertito con i suoi nuovi amici, non vede l’ora di raccontare la sua giornata a Clic.
Ma non lo trova.

Ecco che si trovano e si rendono conto che anche se non stanno insieme sempre, poi si ritrovano con ancora più cose da raccontarsi.

Una storia di amicizia che mostra come sia possibile coltivare i propri interessi senza per questo dover scegliere ed escludere.

Una cosa difficile, SualzO-Vecchini, Bao

Un libro illustrato che utilizza i colori dell’azzurro e quasi nessuna parola.

Anche qui abbiamo due amici, ma questo lo scopriamo solo alla fine.
Perché ciò che vediamo per buona parte dell’albo è qualcuno che sta scalando una montagna, tra grandi difficoltà e fatiche.

Che cos’è la cosa difficile?
E’ chiedere scusa.
Che è poi l’unica parola presente nell’albo.

Perché uno dei due amici ha rotto io giocattolo dell’altro e la sua scalata, oltre che effettuata per recuperare un pezzo perduto, si fa anche metafora dell’ammissione della propria responsabilità.

E dopo, si può di nuovo giocare insieme.

Non so proprio come dirlo, Mazzoli-Petit, Pulce

Un albo illustrato che mostra come le parole siano importanti, ma anche difficili da pronunciare.
E non solo per i bambini, anche per gli adulti.

Esprimere certe parole vuol dire dare forma a un sentire e ammettere, esternare, come ci sentiamo, a volte è molto complicato.

Dichiarare un’ingiustizia, condividere, essere generosi, chiedere scusa,ammettere di avere sbagliato, e così via.

Ma le difficoltà, se espresse, se riconosciute, se condivise, pian pianino si “sgonfiano”.
E diventano più affrontabili.

MI DISEGNI UN PICCOLO PRINCIPE?, Van Zeveren, Babalibri

Di solito è il piccolo principe che disegna le pecore.
Qui abbiamo le pecore che disegnano i piccoli principi.
Quando ci riescono..

Perché l’agnellino protagonista proprio non ci riesce e allora chiede aiuto alla mamma.
Ma la mamma non è mai stata brava a disegnare così propone ad agnellino un’alternativa: perché disegnare ciò che disegnano tutti?

Perché non provare a guardare (e a disegnare) ciò che nessuno vede?
I piccoli dettagli che si nascondono nel quotidiano e che con la giusta attenzione possiamo valorizzare.

Una piccola lezione per imparare a trasformare una carenza in una risorsa.

Il mio amico Stralunotto, LAPIS EDIZIONI

Davanti al cambiamento nessuno è pronto.
Ma da bambini, quando ancora non si sa bene quali siano i nostri strumenti compensativi, quando il cambiamento è la rottura con la rassicurante routine, può fare davvero paura.

E allora, davanti a ciò che non si conosce, serve un amico.
Stralunotto è quell’amico.
Un gigantesco gattone bianco che con la sua soffice mole rassicurante accompagna e segue il bambino durante la sua giornata.

Perla si sente più sicura nella sua nuova vita fatta di scuola diversa, amici diversi, diverse esperienze da fare.

Man mano che acquisisce sicurezza Perla sente anche meno la necessità della presenza di Stralunotto.

Un giorno Stralunotto non c’è più, ma basta guardare la luminosità della luna per rendersi conto che Stralunotto c’è sempre!

Timidi, S.Ciraolo, Emme Edizioni

La timidezza in sè non è necessariamente un problema, ma rappresenta una prima piccola sfida.

Ad esempio per far sentire la propria voce quando necessario, invitare un amico a giocare quando si vorrebbe chiacchierare.
Uscire un pochino dalla propria bolla.

Però questa piccola sfida non è facile da superare, a meno che non ci si trovi davanti a qualcuno che è timido come noi e con il quale ci si capisce senza parlare…

Chi vorresti essere?, A.Papini, KALANDRAKA

A Rebecca viene posta la domanda “Chi vorresti essere?”.
E Rebecca viaggia con la fantasia.

Un pesce per ascoltare il silenzio e nuotare nel mare.
Ma il pesce che vorrebbe essere?
Un barbagianni, per volare.

Ma a sua volta il barbagianni vorrebbe essere un coccodrillo.

E così via. Questo albo illustrato è una matrioska, una storia circolare in cui la domanda “Chi vorresti essere” ha una duplice valenza: il capire chi si è, il gioco di fantasia su chi si vorrebbe essere.

Ovviamente, essendo circolare, si torna a Rebecca.
Perché l’importante è essere sè stessi.

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