Agli albi illustrati sulla paura è dedicato questo terzo post in collaborazione con Il Genitore Consapevole di Elisa Pella.
Tema scelto dalla community de Il Genitore Consapevole perché molto sentito.
Leggi il primo post sul Tempo dei bambini
Leggi il secondo post sulla resilienza negli albi illustrati.
La paura è un tema sfaccettato, ampio, con molti livelli di interpretazione.
La paura stessa è sfuggente.
Sembra qualcosa ma nasconde molto altro.
Ecco cosa dice Elisa a proposito di paura e bambini:
davanti alle paure dei bambini, spesso i genitori reagiscono in uno di questi due modi:
– sminuendo la paura
– mostrando un eccesso di empatianel primo caso, i genitori possono dire frasi apparentemente innocue che hanno lo scopo di rassicurare, come ad esempio: “non c’è nulla di cui aver paura”, “smettila che ormai sei grande”, oppure “ma i mostri non esistono”.
Queste risposte da un lato conducono i bambini a perdere fiducia in se stessi perché sono portati a pensare che le loro sensazioni siano “sbagliate”, dall’altro non affrontano il cuore della questione, ovvero io ho paura!
La paura è non razionale, non è sufficiente screditarla per farla sparire.nel secondo approccio invece, i genitori si fanno carico delle paure dei bambini: preoccupandosi, andando in ansia, attivandosi in modo eccessivo per fare sparire qualsiasi elemento che ricordi al bambino la sua paura.
Questo confonde i bambini e rischia di spaventarli ancora di più.cosa fare dunque?
Nella maggior parte dei casi, la cosa più emotivamente onesta ed educativamente efficace da fare è parlare delle paure: affrontarle, illuminarle, capire insieme come renderle meno spaventose, scoprire che risorse abbiamo, dentro di noi, per affrontare queste paure.
Portare la lettura di albi illustrati sulla paura nella quotidianità è un modo per illuminare e rendere meno spaventose le paure.
Ho individuato sei albi illustrati sulla paura che presentano diverse variazioni sul tema.
Specifico però che gli albi illustrati sulla paura sono tanti, quante sono le paure!
Farne un elenco completo, preciso, esaustivo, è difficile anche perché entrano in gioco le singole esperienze, le paure specifiche che si ripetono ma si declinano di volta in volta in modo diverso.
Ho scelto sei albi illustrati sulla paura che possano essere una piacevole lettura che permetta a un genitore e al bambino di assistere allo sviluppo di una storia dove sì, c’è la paura.
Ma c’è anche tutto il resto.
Il superamento, la comprensione, le strategie da mettere in atto, semplicemente le vicende di vita (o di fantasia) che rendono la lettura insieme un piacere e contemporaneamente un modello da interiorizzare.
6 albi illustrati sulla paura
Io non ho paura, Barroux, clichy
Albo illustrato da Barroux adatto anche ai più piccoli.
Il testo è semplice, e complice lo schema ripetitivo, si presta alla comprensione di quei bambini che ancora non hanno un livello di attenzione consolidato.
Il bambino protagonista afferma di non avere paura.
Elenca una serie di situazioni che sono potenzialmente spaventose: quando è solo in mezzo alla strada, perso al supermercato, prima di tuffarsi in piscina (davanti a tutti!).
Non ha paura perché ha con sé il suo pupazzo.
In pedagogia è noto il concetto di oggetto transazionale di Winnicot, quell’oggetto (o esperienza) al quale il bambino si attacca nei momenti di evoluzione del sé.
La paura e la gestione della stessa sono momenti evolutivi, di crescita.
Ad ogni situazione potenzialmente spaventosa si alternano nell’albo le tavole in cui il bambino afferma “Io non ho paura perché ho il mio pupazzo”.
La storia cambia direzione sul finale quando l’ultima tavola ha una nuova spiegazione.
Il bambino non ha paura perché
Le persone che amo saranno sempre insieme a me
La tavola rappresenta il bimbo in mezzo ai due genitori che lo abbracciano
Io e la mia paura, Francesca sanna, Emme Edizioni
In questo albo illustrato la paura è fisicamente rappresentata come un piccolo essere tutto bianco.
Piccolino, che accompagna sempre la protagonista.
Ma un giorno la protagonista cambia casa e la paura inizia a diventare più grande, più ingombrante.
Inizia a voler avere tutta per sè la bambina, anche durante la ricreazione.
E’ sempre con lei, per strada, in classe, a casa.
La paura può essere un fardello, ma imparare a riconoscerla, a darle un nome e una forma, a condividerla, è il segreto per gestirla.
Gestione è la parola chiave.
La paura non si sconfigge, non si nasconde, non si reprime.
Dalla paura non si scappa, anche perché la paura è un prezioso alleato per imparare a proteggersi e a evitare i pericoli.
E’ proprio con la condivisione che la bambina inizia a gestire la sua paura, un giorno che scopre che anche un suo compagno ha una piccola paura.
Parlarne, per conoscere, per definire i contorni.
Un esercizio utile che questo albo illustrato sulla paura ispira è proprio quello di pensare alla propria paura, di immaginare a cosa assomiglia, quanto è grande, di che colore è…
Il vestito di Lia, S.Marconi-D.Costa, Edizioni Corsare
A volte gli adulti non sanno bene come gestire le paure dei bambini, e finiscono per renderle più grandi di quanto in realtà non siano.
Lia è una bambina un po’ timida e un po’ timorosa.
Ha proprio paura di tante cose.
O forse è solo molto guardinga?
Lia adora suonare il pianoforte, ma quando i genitori scoprono che dovrà esibirsi davanti ad un pubblico, sono terrorizzati all’idea di come possa reagire.
E invece…
La risposta di Lia è spiazzante: “Posso mettermi il vestito a fiori?”.
Possiamo leggerla in due modi: da un lato Lia può essere timorosa, ma davanti a qualcosa di allettante come indossare il suo vestito a fiori, tutto il resto passa in secondo piano.
Oppure, ed è la lettura che preferisco, è quella che citavo all’inizio: gli adulti, per spirito di protezione, ingigantiscono le paure dei bambini.
Il problema dei problemi, R.Rooney-Z.Hicks, Clichy
Ho inserito questo titolo tra gli albi illustrati sulla paura che se non è esattamente una storia di paura.
I problemi hanno tante sfaccettature, la paura è una di queste.
Un problema ci può far arrabbiare, complicare la vita, non sappiamo cosa fare.
Quando non sappiamo cosa fare, che esito avranno le nostre azioni per risolverlo, proviamo paura perché si ha paura di ciò che non si conosce.
Avevo parlato de Il problema dei problemi in questo post, sottolineando come la condivisione di un problema, il parlarne, fa diminuire il peso.
Ci si alleggerisce, e insieme si può provare meno paura.
La bambola di Luca, Acosta-Amavisca-Graux, Nubeocho
Gli ultimi due albi illustrati sulla paura di cui parlo sono due variazioni sul tema sulla paura di essere sé stessi.
La paura del giudizio, di non essere accettati, di essere rifiutati da un gruppo per le nostre caratteristiche.
Luca ad esempio sogna tantissimo una bambola, talmente tanto che un giorno i genitori gliela regalano.
Felicissimo Luca va a giocare al parco con le altre bambine.
Poi al gruppo si avvicina Teo che prende la bambola di Luca per fargli un dispetto…e finisce per romperla!
Non era sua intenzione far saltare un occhio alla bambola e infatti si sente subito in colpa.
Percepiamo quanto sia mortificato, tanto quanto Luca è disperato.
Ma Luca è anche spaventato che Teo possa di nuovo tornare a prendersela con lui e la sua bambola.
Quando infatti Teo si avvicina dicendo a Luca “Ho una cosa per te” un piccolo ballon ci mostra cosa stia pensando Luca, spaventato all’idea dell’ennesimo scherzo.
Invece no, Teo è davvero mortificato e ha trovato il regalo perfetto: per farsi perdonare da Luca e per giocare insieme al gruppo di amici.
La bambola di Luca mi ha sorpreso perchè ammetto di aver avuto il preconcetto che si trattasse di un libro didascalico sul tema del genere.
Invece non è per nulla didascalico: il fatto che a Luca piaccia una bambola non è sottolineato in alcun modo, è un elemento naturalissimo della storia.
E Teo non se la prende con Luca per via della bambola, è soltanto un dispetto come succede che i bambini si facciano, una tappa per sondare le dinamiche relazionali.
Sono proprio i rapporti tra bambini, fatti di gioie, condivisione, rabbie e paure che mi hanno fatto pensare che questo albo, pur non essendo pienamente da inserire negli albi illustrati sulla paura, fosse perfetto comunque.
Mister Black, C.Gonzalez Vilar- M.Pang
Rispetto agli altri albi illustrati sulla paura, questo è un po’ particolare per lo stile.
Uno stile illustrativo psichedelico e in alcune tavole ricco di dettagli pop, sicuramente più apprezzabile dagli adulti che coglieranno al volo alcune citazioni.
La trama è piuttosto semplice: Mr Black è un vampiro, vive in un regno di paura dove tutto deve essere nero, tenebroso, oscuro.
Ma Mr Black ha un segreto che non può proprio rivelare a nessuno: ama il rosa.
Dentro la sua casa tutto è rosa, le pareti, gli scaffali, le sedie, la sua vestaglia.
E rosa è anche il suo modo di concepire la vita: uno dei piaceri di Mr Black è leggere romanzi d’amore come La signora delle Camelie, magari versando anche qualche lacrimuccia.
Un giorno però gli altri tenebrosi abitanto scoprono il segreto di Mr Black e lui, per paura di non essere accettato, si adegua alle aspettative degli altri.
Finché un giorno un incendio non costringe gli abitanti ad uscire dalle loro case così come sono…rivelando a Mr Black che non è l’unico ad avere segrete passioni.
E da quel momento, in città nulla fu come prima.
La cosa più spaventosa è la paura di essere soli.
Mr Black infatti ha paura del rifiuto ed essere rifiutati vuol dire essere condannati alla solitudine.
Tuttavia, il vivere la sua passione di nascosto, è già di per sé una forma di solitudine.
Vero è che qui Mr Black non coondivide volontariamente la sua passione/paura: sono le circostante a rivelare che in fondo tutti hanno la paura di essere rifiutati.
E allo stesso modo tutti hanno dei segreti.
Alcuni, a condividerli, ci fanno stare meglio.