albi illustrati sul cambiamento stefania ciocca

5 albi illustrati sul cambiamento

Possono gli albi illustrati essere compagni di viaggio nel cambiamento?

Ed esistono albi illustrati sul cambiamento?

Guardare e vedere, leggere e ascoltare.

Le parole e le immagini degli albi illustrati  forniscono uno strumento indispensabile: la molteplicità dei punti di vista.

La brevità, la semplicità e l’incisività degli albi illustrati riescono ad arricchire il bagaglio interpretativo del lettore consentendogli di leggere persone e fatti da punti di vista diversi.

Ed è fondamentale interpretare la realtà nella sua molteplicità per meglio collocarsi.

Il cambiamento.
La parola sola può essere punto di partenza per un gigantesco brainstorming dagli esiti molteplici.

Un famoso librino molto amato da chi lavora nell’ambito del marketing è Chi ha spostato il mio formaggio di Spencer Johnson (Sperling&Kupfer).
Una breve allegoria che tratta proprio il cambiamento come fattore inevitabile della vita, e di come le persone possono reagire davanti ad esso.

Il cambiamento ci coinvolge tutti

Che lo vogliamo o no.
Sia che lo stiamo subendo, perché ci è capitato tra capo e collo.
O perché l’abbiamo visto arrivare, ma non eravamo pronti.
Oppure ci credevamo pronti, ma l’imprevedibilità della vita ci ha comunque colti di sorpresa e siamo stati sopraffatti.

Possiamo chiamarlo cambiamento, evoluzione, miglioramento, movimento.

Tanti nomi diversi che implicano una sola cosa: se sei vivo, cambi.
Che tu lo voglia o no.

Il vero segreto sta nel saper leggere i fatti e saper leggere sé stessi.

In questo momento sto vivendo un cambiamento che non avrei mai voluto vivere.

Ma tant’è, ci sono in mezzo e ho imparato a fare tre cose:

– a consentirmi di vivere le mie emozioni, per quanto tristi, negative e dolorose
– a cercare di concentrami sulle mie responsabilità (e non le mie colpe): cosa posso fare adesso? su cosa posso lavorare? cosa posso imparare?
– a chiedere aiuto ai libri

Le prime due strade coesistono, e mi sembra di essere su una montagna russa dove un attimo prima sono propositiva, un secondo dopo sprofondo nella tristezza.

L’ultimo punto però è la mia solida roccia.

Il vero significato del mio lavoro, il valore che mi muove, risiede nella mia volontà di far capire alle persone che i libri sono i migliori alleati davanti alle difficoltà.

Se dovessi descrivere i miei valori in un’immagine, non ce ne sarebbe una migliore di questa:

albi illustrati sul cambiamento

Si intitola Il Salvamente ed è un leporello pubblicato da Fulmino Edizioni.
Regalo di un’Amica in un’annata difficile.

Una tempesta, che può essere reale oppure emotiva.
Tra vento e mare agitati un libro diventa una zattera di salvezza.
Un salvamente.

Ho avuto la fortuna di sviluppare molto presto la capacità di sapermi rivolgere ai libri giusti nel momento del bisogno.

Certo, in ballo ci sono io, mi conosco, so in cosa posso trovare conforto e nutrimento.

E in questo momento lo sto trovando in alcuni libri che hanno buon materiale per nutrire la sfera emotiva.

La sfera emotiva è l’elemento più importante che abbiamo a disposizione davanti al cambiamento.

Per questo mi sto nutrendo di testi che mi stanno dando molto, come L’intelligenza emotiva di Daniel Goleman (Rizzoli), L’era del cuore di Luca Mazzucchelli (Giunti, e qui trovate i contenuti extra) e Tutto il bene che mi voglio di Terenzio Traisci (Mondadori).

cambiamento stefania ciocca

Io però vengo dal mondo degli albi illustrati e su di loro sto costruendo non solo il mio essere, ma anche i miei valori e, in un certo senso, il mio futuro.

Esistono albi illustrati sul cambiamento che possono fornire materiale utile alla sfera emotiva?

Il cambiamento, così come la sfera emotiva, può avere mille sfaccettature.
E la stessa molteplicità di sfaccettature le hanno gli albi illustrati.

Sul terreno dove mi muovo, non esiste un albo illustrato descrivibile con una sola etichetta.

Esistono albi illustrati che aprono universi ampi, vaghi, che lasciano spazi bianchi a sufficienza perché il vostro vissuto possa trovare spazio per (de)scriversi.

Ho selezionato cinque albi illustrati sul cambiamento.
Cinque punti di vista molto diversi su come si possono guardare le cose che accadono.

La lista degli albi illustrati sul cambiamento può essere lunga, variegata e mi piacerebbe approfondirla all’interno di un percorso mirato, magari un corso o una collaborazione.

Non è questa la sede.
Questo è il momento di mostrarvi ciò in cui credo: per imparare a leggere sé stessi e il mondo, abbiamo a disposizione anche questi piccoli tesori che si chiamano albi illustrati.

Che possono raccontare storie semplici, storie tristi, storie ironiche, storie bizzarre, storie più o meno allegoriche.
Sono storie della vita in cui è possibile trovarsi e riconoscersi.

5 albi illustrati sul cambiamento

Il Giardino di Evan, Brian Lies, HarperCollins

Le illustrazioni sono davvero speciali, soprattutto nel colore e nei tagli di luce che danno volume ai soggetti.

Un libro che affronta il tema del cambiamento più sconvolgente: la morte.

In realtà, come la lettura dei tarocchi insegna, la carta della morte non vuol dire necessariamente fine della vita. In senso più ampio la morte indica la fine di un momento e il passaggio ad un nuovo inizio.

Leggi anche la mia lista di Albi illustrati sulla morte

L’altro tema a me particolarmente caro è quello della natura che si fa specchio dei passaggi di vita.
Guardare le stagioni che passano, le piante che crescono e che si fanno largo, è una delle più grandi metafore di cambiamento e resilienza che abbiamo a disposizione.

La storia de Il Giardino di Evan si svolge proprio tra morte e natura.

Evan è un bel volpone che ha un cane come inseparabile amico: si divertono, giocano, insieme fanno un sacco di cose. Tra cui occuparsi del loro splendido e rigoglioso giardino.
Ma un giorno accade l’impensabile e il cane di Evan muore.
La vitalità di Evan, e così anche quela del giardino, vengono meno.

Evan non può sopportare la vita del suo giardino quando quella del suo amico non è più lì. E così si rifiuta di prendersene cura, non vuole più che il giardino sia un posto felice.
Lui non è più felice.

Ma la natura non si ferma facilmente.
E il tempo nemmeno.

Un buon posto non resta mai vuoto a lungo.
Qualcosa prima o poi ci deve crescere.

Un giorno, nel silenzio del giardino, Evan vede un nuovo germoglio.
Vorrebbe reciderlo, ma forse è pronto a rivedere la luce e lascia che quel germoglio fiorisca.

Riscopre così la sensazione di prendersi di nuovo cura di qualcosa.
E di lì a sentire di avere di nuovo spazio nel cuore per prendersi cura anche di qualcuno, il passo è breve.

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Io sono il clown, E.H.Larsen e M. SchnEider, Edizioni Primavera

Questo albo illustrato appartiene a una trilogia di cui ho già parlato.
Gli altri titoli sono Sai chi sono io? (dedicato alla morte) e Io sono la Vita.

E’ curiosa la scelta di parlare di Vita, di Morte e di Clown.

Il Clown è una figura particolare, una maschera che agisce con e sulle emozioni.
Tra le mie varie vite, ne ho una che scorre dentro al mondo del circo.
Anni fa ebbi la fortuna di fotografare e assistere, per un giorno intero, alle selezioni del Cirque du Soleil che cercava nuovi clown.

Fu una lezione importantissima: un buon clown è quello che sa entrare in contatto con sé stesso, che sa manovrare bene le proprie emozioni perché le conosce. Sa mettere sullo stesso piano il corpo (i movimenti), il cuore, il cervello e il bambino che ha dentro.

Io vedo il clown un po’ come gli Angeli di Paul Klee, l’artista che negli angeli vedeva un’entità mediana un po’ folle, un po’ artista, un po’ bambina.

Mi piace che proprio il Clown abbia trovato posto in questa splendida trilogia di Edizioni Primavera, là tra la vita e la morte.

Perché tra la vita è la morte c’è il cambiamento che dura una vita, e che è metafora di vitalità.

Il clown di questo libro è un essere che gode della risata, ma anche della tristezza.
Che apprezza la bellezza contemplativa della solitudine, ma che cresce e fiorisce nell’incontro con gli altri.

E’ un albo all’apparenza semplice e delicato ma sul quale si potrebbe costruire un’intera disquisizione filosofica.

Se nascondo
quello che sento
nessuno può ricambiarmi il sorriso
quando sono felice.
incontrare qualcuno
è dare un po’ sè stessi
ed essere pronti a ricevere.

Il punto di forza dell’albo, che poi è la forza del Clown, è proprio nella consapevolezza delle emozioni che si spiegano nell’incontro con l’altro.

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Il chiosco, Anete Melece, Jaca Book

Quante volte si dice “Al massimo aprirò un Chiringuito sulla spiaggia!”.
E poi chi lo fa mai per davvero?

Cambiare è faticoso.
Ma spesso è più faticoso stare nella stessa situazione, stretta e dolorosa.
Che però conosciamo bene.

Come si dice, chi lascia la strada vecchia per la nuova…

Il Chiosco, con il suo colore e il gusto per l’assurdo, racconta proprio questo: il disagio, a volte non riconosciuto, di una situazione familiare e però stretta, e la possibilità che il cambiamento può dare.

Un cambiamento che possiamo cercare oppure possiamo subire.
In ogni caso la differenza la fa l’approccio con cui lo affrontiamo.

Olga è una grossa e bonaria signora che da una vita lavora in un chiosco.
In realtà nel chiosco ci vive proprio, perché non riesce ad uscire.

Da lì guarda e conosce la vita di chi si ferma e di chi corre.
Vede passare davanti alla finestra persone e giorni.
E da dentro legge giornali, sognando qualcosa d’altro.

Un giorno un piccolo incidente fa sì che il suo chiosco si sradichi da terra.
Olga si rende conto che può muoversi.

Non più costretta a stare nello stesso posto, Olga con curiosità si gode questo primo, grande cambiamento.

Ma poi un altro incidente fa cadere il suo chiosco nell’acqua.
Olga non si dibatte e non resiste e si lascia andare al cambiamento.

E il cambiamento la porta in altre acque, su altre terre.
Quando Olga tocca terra scopre di trovarsi su una spiaggia bellissima e così ricomincia da sé stessa.

Lei è sempre la signora che vende giornali e lecca e lecca nel chiosco.
La sua essenza non è cambiata: è cambiato il suo contesto.
Uno spazio in cui ora si riconosce.

Il Chiosco nasce come cortometraggio d’animazione e, in un secondo momento, diventa albo illustrato.

Il Terzo figlio del Signor John, N,Brun-Cosme e C.Davenier, Clichy

In questa storia, che ricorda un po’ una parabola, ci sono gli alberi che, come lo scorrere nella natura cui appartengono, sono un topos a me molto caro negli albi illustrati.

Leggi anche Albi illustrati sugli alberi.

Qui non si parla di cambiamenti da affrontare, quanto di cambiameni che avvengono a dispetto delle aspettative.

Avere aspettative è normale.
Quello che spesso ci dimentichiamo è che è altrettanto normale che esse vengano disattese.

Questo succede soprattutto nelle relazioni affettive: d’amore, d’amicizia, tra genitori e figli.

Questo albo illustrato racconta proprio il terzo caso.

Il Signor John ha tre figli.
Ogni volta che è diventato padre, ha piantato un seme, che poi è diventato albero, in onore di ciascun figlio.

Per il primogenito piantò un seme che diventò un bellissimo abete, dritto e svettante.
In onore del secondogenito piantò un seme che divenne quercia.
Ma il seme piantato per il terzogenito non corrispondeva alle aspettative: non era dritto e svettante e neanche solido e tondo. Era strano, andava in tutte le direzioni e così il signor John lo spostò lontano, sul retro.

Anche lontano da tutto, il cambiamento (in questo caso evoluzione) avviene lo stesso, a dispetto di tutte le aspettative.
Il terzo albero infatti cresce maestoso rimanendo uguale solo a sé stesso.

Se vogliamo cercare per bene il significato di questo albo illustrato, possiamo interpretarlo come un albo sulla diversità e sull’accettazione.

Però non bisogna limitarsi.
E io voglio vedere Il terzo figlio del Signor John come quella occasione per dimostare che le evoluzioni non hanno un’unica direzione.

La strada percorsa la si vede solo dopo che il cambiamento è avvenuto.

albi illustrati sul cambiamento

Il buon viaggio, B.Masini e G.De Conno, Carthusia

Amo moltissimo questo albo illustrato.
E’ uno di quelli che si presta per essere regalato in diverse occasioni: dalla nascita alla laurea, in occasione di un nuovo inizio, quando si intraprende un nuovo percorso.

De Conno era un illustratore visionario.
Le immagini dell’albo (pubblicato postumo, De Conno è morto nel 2017 e questo è stato un po’ il suo testamento) ricordano un po’ Magritte.

In questo caso abbiamo il viaggio come metafora della vita nel senso più ampio possibile.

Si intraprende un viaggio in tante occasioni.
Quando si inizia a vivere.
O quando si chiude una fase della propria vita per cominciarne un’altra.
In occasione di un nuovo lavoro, di un risultato ottenuto.
Di un passaggio di vita, soli o in compagnia.

E poi c’è il viaggio dentro sé stessi, che si inizia quando finalmente si ha la consapevolezza come mappa.

albi illustrati sul cambiamento

Gli albi illustrati non sono una medicina.
Nessun libro lo è.
I libri sono alleati, solo che bisogna conoscere bene sé stessi e le situazioni che si vivono.

E poi bisogna conoscere i libri.

A me piace favorire la relazioni tra le storie dei libri e le storie delle persone, perché si possono scrivere tanti finali diversi.

Altri albi illustrati sul cambiamento:

– Le cose che passano, Topipittori
– Rosmarino, Topipittori
– Guarda che la luce è del Cielo, Kite
– L’albero, Salani
– Il buco, Gribaudo

Vi consiglio anche il mio altro articolo Albi illustrati per i momenti difficili della vita.

 

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1 Comment

  1. Francesca

    Ciao! Come stai?
    L’anno prossimo sarò in quinta e “Il buon viaggio” mi sembra perfetto per iniziare… L’ho prenotato in biblioteca ma so che lo comprerò!
    Intanto, grazie come sempre!
    Un abbraccio. Francesca

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