Gli albi illustrati sulla morte sono una categoria frequentemente richiesta in libreria.
Perché arriva un momento in cui l’argomento morte va affrontato e nei libri più che mai si cerca aiuto.
Le domande che mi sento rivolgere in libreria sono varie, ma vanno a parare proprio lì:
“Avete libri che parlino della morte?”
“Mio figlio ha difficoltà ad accettare l’idea della morte…”
“E’ appena morto il nonno, avrei bisogno di un libro che aiuti in questo momento”
Insomma, spiegare la fine della vita non è certo cosa semplice.
Se nei libri e negli albi illustrati si cercano validi alleati per affrontare le piccole o le grandi problematiche, anche davanti alla morte ci si affida a un libro.
Ma c’è una differenza.
Le problematiche più comuni che un adulto si trova ad affrontare cercando il supporto di un libro, sono problematiche che l’adulto ha passato, ha compreso, spesso ha archiviato.
Ed è pronto a farsi figura di riferimento e guida per il bambino.
Davanti al rapporto con la morte l’atteggiamento di ognuno di noi si tinge di varie sfumature.
Se siamo venuti a capo delle piccole e delle grandi paure, se sappiamo cosa vuol dire non voler andare a scuola, trattare la gelosia, rimanere delusi dalle prime amicizie, è altrettanto vero che il nostro rapporto con la morte non è sempre risolto.
E non lo è in maniera definitiva.
La nostra comprensione della morte, il nostro relazionarci con lei quando questa tocca persone vicine e meno vicine, muta con il passare degli anni e con il costante metterci in discussione in rapporto ad essa.
Come il rapporto con la vita, quello con la morte muta man mano che si vive.
E inevitabilmente, cercare di parlare di morte ai bambini facendosi accompagnare da un libro, implica comunque la nostra mediazione.
Una mediazione che subisce la nostra concezione, il nostro vissuto, i nostri dolori e le nostre paure.
E’ una premessa importante quando si parla di albi illustrati sulla morte.
Sono libri che vanno accompagnati da altre parole, da altri gesti.
Devono inserirsi in un percorso che non si limita alla semplice lettura di una storia, ma devono coinvolgere molto di più.
L’attenzione ai toni usati, né troppo leggeri né troppo tristi, la comprensione delle giuste metafore sono tutti accorgimenti che è utile osservare.
Proprio oggi mi scrivevo su Instagram con Kidsbooktimes (che vi consiglio di seguire perché per gli albi illustrati ha un occhio infallibile!) e mi raccontava che alcuni albi che dipingono la morte in maniera quasi bella possono essere male interpretati…col rischio che la morte sembri qualcosa di piacevole e allettante!
Ecco perché è importantissima la mediazione e l’attenzione su ogni singola parola.
Infatti in libreria, chi mi chiede albi illustrati sulla morte, si prende il suo tempo per sedersi, leggere con calma e fare le sue debite considerazioni.
Un libro può essere più adatto di un altro a seconda di chi lo legge, del contesto, delle parti in causa (il lettore e l’ascoltatore).
I libri per bambini possono contenere la magia, ma non hanno il potere magico di guarire o di cambiare le situazioni in uno schiocco di dita.
Hanno bisogno di essere accompagnati.
La selezione di albi illustrati sulla morte che propongo è frutto di un lavoro di ricerca e di esperienza personale, che non ha la pretesa di essere esaustivo.
E anzi: sarei felice di sapere se voi lettori avete altri consigli con cui implementare questa lista.
Inoltre ho indicato le mie preferenze per quattro albi illustrati in particolare, ma il fatto che siano i miei preferiti non vuol dire che siano quelli più “funzionali”.
Nell’affrontare il tema ognuno deve tenere conto del proprio vissuto, della propria capacità e sensibilità e solo in base a quello scegliere ciò che sente più vicino.
Quello che risponde a queste caratteristiche è l’albo giusto.
Gli albi illustrati sulla morte sono adatti solo per spiegare questo argomento ai bambini?
Ni.
Principalmente sì, e chi chiede degli albi illustrati sulla morte lo fa proprio per questo motivo.
Ma io cerco di leggere anche dei livelli di lettura differenti.
Vi sono momenti nella vita in cui morte e vita diventano metafore di rinascita e di lasciare andare.
E quindi questi albi illustrati sulla morte possono parlare anche di questo.
Rappresentando un modo diverso di raccontare, proponendo, a loro modo, un augurio differente alla persona che riceve in dono un albo illustrato di questo tipo.
Non sono regali per tutti.
Ma per quelle anime che non si fermano al primo messaggio, ma vanno oltre per godere di storie, immagini e diversi modi di narrare.
Inoltre credo che gli albi illustrati sulla morte siano una perfetto modo per mostrare il mestiere di raccontare.
Perché ridurre a poche frasi e poche immagini un tema così grande e importante, è un dono che pochi narratori hanno.
Albi illustrati sulla morte: la mia selezione
Il grande regalo di tasso, Susan Varley, Il Castoro (trad. Sara Marconi)
Questo albo illustrato è nella mia quartina di favoriti.
Forse quello che preferisco perché combina molto bene sincerità, poesia, realismo e delicatezza e non tralascia nulla al caso.
Siamo in una foresta e i protagonisti sono gli animali che qui vivono.
Abbiamo un’ambientazione che ci ricorda le illustrazioni di Beatrix Potter o di Jill Barklem.
Il protagonista è Tasso, che è molto vecchio, tanto che sa che presto per lui arriverà la morte.
Il suo passaggio al di là della vita viene rappresentato come un sogno, più bello di tutti gli altri. Un sogno che lo vede imboccare un lungo tunnel e sentirsi sempre più forte e sempre più sano. Tasso sparisce in fondo al tunnel e contemporaneamente nella foresta rimane un vuoto che ha la sua forma.
Per gli animali è difficile accettare la sua mancanza.
Un periodo di grande tristezza e dolore ricopre la foresta, che in effetti viene coperta da una coltre di neve.
Mentre la neve copre tutto e gli animali vivono il dolore della perdita.
Ma pian piano, come le piante che sotto lo strato di freddo si rigenerano, anche gli animali iniziano a pensare.
Rana ricorda di quando Tasso gli ha insegnato a muovere i primi passi sul ghiaccio, e ora è un gran pattinatore.
Talpa ricorda di quella volta che Tasso gli ha insegnato a fare le decorazioni con la carta.
La Signora Coniglio ricorda delle prime volte in cui Tasso le insegnò a fare la pasta frolla e ora lei è la migliore cuoca della foresta.
La neve si scioglie, gli animali si reinseriscono nel ciclo della vita trasportati dalla natura e con loro hanno un nuovo pensiero: Tasso non c’è più, ma tutto quello che ha fatto e ha insegnato è con loro ogni giorno che passa.
Perché ritengo che questo sia il migliore tra gli albi illustrati sulla morte?
E’ delicato, si sofferma sul valore delle nostre azioni (quando non ci saremo più, cosa rimarrà di noi?), utilizza la natura come metafora.
Perché dalla natura si può imparare a trovare il senso della vita.
La neve rappresenta il momento del lutto, del rigenerarsi.
E la rinascita non ha bisogno di spiegazioni.
L’Isola del nonno, Benji Davis, Edt Giralangolo
Questo albo illustrato non tratta l’argomento morte in senso stretto.
E’ una bella storia è viene spesso acquistata per il puro piacere di aver per le mani qualcosa di bello da raccontare e da guardare.
E però è un albo illustrato utile per affrontare l’argomento nonno.
Abbiamo un bimbo e il suo nonno, abitano l’uno accanto all’altro e passano tanto tempo insieme.
Tra le tante cose, amano fare qualcosa che è un segreto tutto loro.
Si intrufolano in soffitta e da lì sbucano in mezzo al mare.
Prendono una barca e arrivano su un’isola rigogliosa, piena di animali e di fiori.
Stanno insieme e vivono tante avventure.
Ma un giorno il nonno dice al nipote che non ha tanta voglia di tornare indietro, e che preferisce rimanere lì sull’isola.
Il bambino non è del tutto convinto, ma sa che l’isola è bella e che lì il nonno starà bene.
E così il bambino riprende la barca e fa ritorno a casa, da solo.
Sapendo che il nonno però è in un bel posto e si sta divertendo.
Il pregio di questo albo, oltre a quello di prestarsi a livelli di lettura diversi, è quello di dare una meta e una definizione di quel viaggio.
Spesso ai bambini si dice, per non parlare coi termini della morte, che le persone che sono mancate sono partite per un “lungo viaggio”.
Questa espressione però lascia l’indefinito: da un viaggio, normalmente, si fa ritorno.
E quindi i bambini si aspettano un ritorno.
L’Isola del nonno mostra la decisione del nonno nel dire “voglio restare”.
E quindi definire il viaggio come tale, con anche un termine preciso.
L’Anatra, la morte e il tulipano, Wolf Ehlbruch, Edizioni E/O (trad.Viola Starnone)
Non tutti riescono a comprendere questo albo illustrato.
C’è chi lo trova poetico, c’è chi lo trova terribile.
Dal resto la morte qui è rappresentata in uno dei tanti modi in cui l’iconografia ce la mostra da secoli: come uno scheletro che viene a reclamare la nostra compagnia.
Non spendo parole per questo albo, perché qualcuno ne ha scritte di migliori delle mie.
Io non saprei fare altrettanto e vi rimando quindi al blog della libreria Radice Labirinto di Carpi, che ha scritto uno dei più begli articoli sul tema mai letti.
Qui il post > L’Anatra, la morte e il tulipano
Di questo albo mi piace sottolineare come, anche in questo caso, vi sia la presenza della natura rappresentata da un fiore.
E come la morte faccia la sua comparsa senza attuarsi subito.
In questo senso l’albo mostra come la morte sia anche un’idea con cui bisogna familiarizzare.
E per farlo ci vuole tempo, anche quello di una vita.
Nel frattempo si può vivere.
Bigoudì , Perret-Mourrain, Kite
La protagonista di questo albo è Bigoudì, un’anziana e arzilla signora che vive con il suo cagnetto Bigoudì.
La loro routine è frizzante, rassicurante, piacevolmente ripetitiva.
Ma un giorno Alfonso viene a mancare: nonostante l’aspetto gagliardo è un cagnolino anziano ed esala l’ultimo respiro.
quel giorno (e tutti i giorni seguenti), bigoudì pianse tutte le lacrime del suo corpo.
Non solo, comprensibilmente, Bigoudì piange.
Ma è terrorizzata dal dolore.
Cosa succederebbe se Bigoudì perdesse tutte le altre persone amate?Quanto dolore?
La donna chiude la porta di casa (e quella del suo cuore) per restare al sicuro dal dolore.
Passano le stagioni e non vide più nessuno, solo “le persone bidimensionali alla televisione”.
Poi un giorno…
Alla finestra del suo palazzo, inaspettato, sbuca un signore che lava i vetri.
Sorride, saluta e sembra avere qualcosa di molto importante.
Qualcosa di piccolo, un’inezia, ma che per Bigoudì è l’inizio di una nuova vita, basta aprire la finestra.
Perché ciò che alcuni albi illustrati insegnano è che le porte possono chiudersi, ma c’è molto altro che può aprirsi.
Indicato certamente anche per gli adulti.
La nonna in cielo, Anna Lavatelli e David Pintor, Lapis
Quante volte ai bambini, parlando di una persona che non c’è più, si dice “E’ volata in cielo!”.
E i bambini prendono alla lettera le nostre espressioni figurate.
Così fa Emma quando le dicono che la nonna è in cielo: lei guarda il cielo, gioca a riconoscere le nuvole finché non vede la sua nonna.
Insieme giocano, si divertono e mantengono saldo quel legame che avevano quando la nonna era in terra.
La nonna addormentata, Roberta Parmeggiani e João Vaz de Carvalho, Kalandraka
Anche in questo caso c’è una nonna e c’è un bambino.
La nonna dorme da molti giorni e a un certo punto non c’è più.
Nelle illustrazioni vediamo gli occhi sgranati di un bambino che non può più condividere le sue giornate con la nonna, che non sa dove stia andando, cosa stia sognando.
Anche in questo caso il libro si sofferma sul valore dei ricordi, sul percorso fatto insieme più che sulla sua (naturale) fine.
Perché nei momenti di transizione e di fine come questo, è importante soffermarsi su tutto quello che rimane nella testa e nel cuore.
Sai chi sono io? E. Helland Larsen, Marine Schneider, Edizioni Primavera (trad. Alice Tonzig)
Ecco il secondo degli albi illustrati sulla morte che preferisco.
E’ delicato e ha la sincerità di collocare la morte dentro un percorso naturale.
A parlare infatti è proprio la morte, che qui esula dalla tradizionale iconografia per assumere invece le sembianze di un essere che a me ricorda tanto alcuni spiriti giapponesi.
Nelle pagine dell’albo la morte si descrive: descrive chi è, cosa fa, dove va, come viene accolta.
Dice che di norma va dalle persone più anziane, ma a volte va anche da chi ha i capelli più soffici, e altre volte va da chi non è ancora nato.
Altre volte deve prendere più persone insieme.
Il suo è un compito che svolge e che è inevitabile.
L’albo mostra la Morte come il corrispettivo della vita.
Senza una non può esserci l’altra.
Senza la morte non ci sarebbe posto per la vita che viene.
Questo albo mi piace proprio per il quadro che da sia della vita sia della morte.
Mi piacciono i toni delicati che però, come mi diceva Kidsbooktimes, se veicolati nella maniera sbagliata, non caricano la Morte della sua valenza.
Jack e la morte, Tim Bowley, Natalie Pudalow, Logos
Anche questo occupa un posto nella mia quartina di albi illustrati sulla morte.
Ma tutta la delicatezza di cui sopra qui sparisce.
E’ un libro ruvido, certamente non edulcorato a partire dalle prime righe:
“La madre di Jack stava morendo.
Il medico aveva detto che non c’era più niente da fare”
La storia ci butta dentro l’incubo di ogni bambino: vedere un genitore che muore.
Il tono di questa storia però, si percepisce che è mutuato da una tradizione, e infatti si rifà ad una storia tradizionale inglese.
Lo riconosciamo ancora di più quando Jack, a passeggio per cercare di calmare il dolore, incontra proprio la morte che sta andando a prendere sua madre.
Con l’inganno si mette ad adulare la morte e la sfida a sottoporsi a tre prove. Nell’ultima prova la morte viene sfidata a rimpicciolirsi al punto da entrare in un’ampolla, dove Jack la imprigiona.
Contento di aver combattuto e vinto la morte, Jack torna a casa per trovare una mamma allegra e sana.
E però la morte non si può combattere, Jack se ne rendo conto quando in pochi giorni le persone rischiano di morire di fame: i frutti non si fanno cogliere, le verdure vengono risucchiate dalla terra e gli animali si rifiutano di morire.
Jack allora non combatte più la morte e la accoglie, comprendendo che è parte del ciclo della vita.
Le immagini meriterebbero un’analisi a parte: la morte è rappresentata come avvolta in un mantello nero, ma con volto umano. E’ attorniata da corvi, e finché non viene imprigionata, dalle sue mani si dipana un filo rosso. Filo che si recide nel momento in cui Jack e la imprigiona e da quel momento nulla muore ma nulla nasce.
Diversi sono gli adulti che avrebbero remore a proporre un albo come questo: per le immagini, per la storia che è una stilettata. E anche per alcune immagini che oggi non sarebbero politicamente corrette: Jack si reca dal macellaio a comprare la pancetta e lì il macellaio spiega che i maiali si rifiutano di morire, accompagnato da un illustrazione che vede un maiale legate per le zampe posteriori.
Insomma, ognuno deve poter trovare l’albo illustrato più consono al proprio modo di raccontare…
E’ tempo di andare, Kim Sena, Orecchio Acerbo
l’ultimo dei miei favoriti.
Questo albo illustrato di Orecchio Acerbo però non parla necessariamente di morte.
E però può essere usato anche per affrontare questo argomento.
Mia e la sua civetta Lucy sono amiche sino a quel momento inseparabili.
Mia ha trovato Lucy quando ancora era piccolissima, vulnerabile e ferita.
Se ne è presa cura e da allora hanno vissuto momenti bellissimi insieme.
Ma per la civetta è arrivato il momento di alzarsi in volo, andarsene e continuare senza la sua amica.
Come si può vedere non c’è una morte, ma c’è una separazione, che lascia comunque dolore, tristezza e domande.
E a queste domande si risponde portando l’attenzione su quel che è rimasto, sui momenti belli e su tutti quei ricordi che vedranno un futuro.
Trovo sia un albo illustrato perfetto per parlare di lasciare andare.
Una persona o una situazione.
Le illustrazioni ci portano sul far della sera e dalle pagine sembra davvero riverberare la luce della luna. Sono poetiche tanto quando le parole.
Bellissima è l’immagine che vede il volto della bambina sovrapporsi a quello della civetta.
Un’immagine che vale più di mille parole.
Ho lasciato la mia anima al vento, Gallez, Puybaret, Emme Edizioni
Anche qui, come in altri albi in precedenza, i protagonisti sono un nonno e il nipotino.
E’ il nonno che con parole bellissime spiega al nipotino che la morte è nell’ordine delle cose e che l’unico modo per farle posto è guardare a quello che lo spazio della vita ha lasciato.
Il testo è una poesia vera e propria di grande intensità.
Non potrai stringerminon potrai trattenermima se chiuderai gli occhimi vedrai mi sentirai
Altri libri e albi illustrati sulla morte
Il giardino di Evan, HarperCollins
Leggi anche Albi illustrati sul cambiamento
Articolo del 2 febbraio 2020, aggiornato al 12 settembre 2021.
Grazie, tema difficile. Solo la poesia può raccontare il nero
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