Leggere per parlare meglio

La mia prima estate da libraia per ragazzi la ricordo per il grande lavorìo profuso nel preparare le liste di libri da leggere durante le vacanze.

Scegliere libri, selezionarli, scriverne le sinossi e poi inviarle alle insegnanti.

Questo è uno dei lavori più belli (quando non ti rubano le liste…).

Purtroppo questo lavoro bellissimo, che nel migliore dei casi vede un bell’affiatamento tra corpo docente e libreria, può trovare qualche ostacolo nella percezione che i genitori hanno della lettura.

Ad una scuola, una quarta elementare, avevo consigliato tra le tante letture (diversificate per trama e livelli di difficoltà), La foresta radice e labirinto di Italo Calvino.
Pochi giorni dopo l’insegnante della classe, una lettrice bravissima e una maestra eccezionale, era passata dalla libreria dicendo che c’erano state delle difficoltà nell’assegnazione del libro.

Alcuni genitori ritenevano che i vocaboli usati nel libro fossero troppo complicati.

La maestra reagì nel migliore dei modi e disse che la ricerca dei vocaboli sarebbe stata l’unico compito per le vacanze che avrebbe lasciato.

Oltre alla scelta di quattro libri da leggere, i bambini avrebbero dovuto cercare sul dizionario le parole che non conoscevano.

Chapeau!

Questo episodio mi ritorna alla mente ancora oggi, quando leggo libri per bambini che giocano poco con la lingua italiana.

Ho appena finito di leggere L’uccellino rosso, l’ultima raccolta di racconti di Astrid Lindgren pubblicata da Iperborea e mi sono soffermata a lungo su questo brano, tratto dal racconto Messer Nils di Eka:

“Noi, Magnus, per grazia di Dio legittimo Re di questo regno, più non abbiamo pace né tranquillità in questa vita, per causa di nostro cugino il duca. E, come forse sai, costui ordisce per Noi stanotte una misera fine. Vieni dunque in Nostro soccorso, in quale modo sta a te escogitarlo, ma non tardare, poiché siamo in profonda ambasce per la Nostra vita”

Ho messo in grassetto quelle parole e quelle espressioni che, anche se ovviamente non ricorrono normalmente nelle conversazioni, oggi sono certa sarebbero oscure ai più.

E’ vero che le parole più ricercate spesso si trovano in libri e in racconti di altri decenni.
Ma perché i racconti più contemporanei a noi non osano con le parole?

Non ho delle risposte, ma ho delle riflessioni.

La principale è che la parola è la forma tangibile del pensiero.
Più parole si hanno a disposizione, più abbiamo la possibilità di dare aria al pensiero, di dargli spazio, di articolarlo.

E non è un obiettivo irraggiungibile: la lettura è lo strumento più semplice e immediato a nostra disposizione.
La lettura autonoma, la lettura accompagnata, a casa o in classe, da un adulto.
La lettura di poche righe, anche solo di una parola al giorno.

Ma deve anche essere una buona lettura.
Senza esagerazioni ed elucubrazioni, la lettura attraverso l’utilizzo di parole belle e ben combinate tra loro, può aiutare a fornire gli strumenti della costruzione di un pensiero solido.

Ma non parlo di letteratura, di narrativa di altri tempi, di livelli particolarmente elevati.

Vi suggerisco un giro sulla pagina facebook Ventenni che piangono leggendo la saga di Paperon de’ Paperoni.

Per loro stessa definizione, i Ventenni Paperoni (qui > il loro blog) possiedono “uno sguardo adulto e malizioso al fumetto che ci ha cresciuti. Il ritrovo per tutti i fan delle storie Disney.”.

Ed è con questo sguardo adulto e malizioso che non solo rileggono i fumetti di Topolino&Co, ma ci ripropongono vignette caratterizzate da pungente ironia e che, anche estrapolate dal contesto del fumetto d’origine, sono ricche di spunti e di riflessioni.

Ciò che più mi ha colpito è che grazie ai Ventenni Paperoni ho notato oggi quanto il lessico di Topolino fosse ricco e variegato.

Se ancora non li seguite fatelo: maliziosi, intelligenti, curiosi, interessanti.
Con questi Paperi Ventenni mi farei una bella chiacchierata a tema lessico e parole.

 

Intanto sarebbe bello se si iniziasse e guardare in classe alle parole come un gioco, e al dizionario come lo strumento per farlo al meglio.
A guardare al dizionario come a una caccia al tesoro.

Si possono addebitare numerose colpe all’impoverimento lessicale in corso in maniera trasversale su più generazione, ma quali rimedi e quali azioni vengono intraprese?

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