Libri a scuola

Libri a scuola: come si usano?

Come si usano i libri a scuola non è una domanda retorica.
E’ una vera indicazione di intenti. Perché a dare un libro da leggere e da riassumere sono capaci tutti, ma di certo non è il modo migliore, né l’unico, per far appassionare i ragazzi ai libri.

Se siete degli insegnanti e amate i libri avrete sicuramente il desiderio di trasmettere questo amore ai vostri studenti.
Bambini o adolescenti che siano.

E più amate i libri, più avrete compreso quanto possano essere dei validi strumenti di insegnamento.

Ma si sa, l’amore per i libri il più delle volte non passa dalla scuola.

Scommetto che molti di voi, lettori forti di vecchia data, non ricordate con particolare piacere i libri dati a scuola per obbligo.

Parliamoci chiaro: dare un libro da leggere e chiedere un riassunto è il minimo sindacale.

Non demonizzo la scheda di lettura, perché redigendola è naturale che si esercitano capacità di comprensione, di produzione, di scrittura vera a propria.
Competenze utili agli insegnanti per capire il progresso, ed eventualmente le difficoltà, dei ragazzi.

Ma sono contraria alla scheda di lettura come unico strumento per far parlare i ragazzi di libri.

Aidan Chambers non è solo un grande scrittore (per tutti) e autore (per ragazzi). E’ anche uno dei più bravi promotori alla lettura.
I suoi saggi sono per me fondamentali, in particolare Siamo quello che leggiamo e Il lettore infinito.

Una delle cose su cui Chambers insiste molto è che la lettura, facilitata da un adulto competente che accompagni i ragazzi, deve favorire la risposta del lettore.

la lettura ci influenza sotto molteplici aspetti […] due sono le reazioni fondamentali che dovremmo stimolare nei bambini e nei ragazzi per aiutarli a diventare lettori consapevoli. la prima consiste, di fronte all’apprezzamento di un libro, nel desiderio di sperimentare nuovamente lo stesso piacere […] la seconda consiste nel desiderio di parlare con altri della propria esperienza di lettura, di condividerla con gli amici, per capire che cosa ci è successo e scoprire che cosa quel libro ha significato e perché è importante per noi.

In una parola, generare conversazione sui libri.
Creare un’esperienza.

I libri a scuola si dovrebbero usare per creare un’esperienza.
dovrebbero consentire l’espressione di sé, il gioco, il confronto.

I libri a scuola potrebbero far nascere una passione.

Inoltre sui libri si possono basare le vostre lezioni.
Addirittura potete costruire l’intero anno scolastico su un percorso di libri.
I libri possono anche essere il veicolo migliore attraverso il quale spiegare argomenti difficili o problematici.

Per usare i libri a scuola però gli insegnanti sacrificano molto del loro tempo e delle loro risorse.
Chi può aiutarli? Sicuramente il web perché è pieno di ottimi blog.
E una buona alleanza con un bravo libraio spiana la strada.

Alcuni insegnanti hanno una dote naturale o hanno sviluppato incredibili risorse grazie alla pratica costante nell’utilizzo dei libri a scuola, come

Libri a scuola
A scuola con gli albi illustrati di Antonella Capetti per la collana i Topi Saggi di Topipittori.Antonella Capetti, autrice del blog Apedario: è un’insegnante delle elementari che negli albi illustrati ha trovato i suoi migliori alleati per insegnare ai bambini. I suoi risultati sono talmente belli che Antonella Capetti ha inaugurato la nuova collana di saggistica firmata Topipittori con il saggio “A scuola con gli albi illustrati”.

Ma vediamo alcuni modi per rendere viva l’esperienza della lettura.

Tre sono i pilastri di un buon uso dei libri a scuola: il gioco, l’esperienza, l’incontro.

Giocare con il libro.

Non importa quale sia l’età, il gioco è la parola che sottintende la scoperta. La partenza è sempre la storia, letta in autonomia.
L’esito è la sua rappresentazione.

Come avviene questa rappresentazione?

Una rappresentazione grafica: a seconda dell’età e del grado scolastico si può proporre ai ragazzi di fare un disegno del libro, ad esempio disegnarne la copertina, rappresentarne un momento che ha colpito particolarmente. Utilizzando qualsiasi tecnica o strumento.

Rappresentare graficamente un libro non è solo mero gioco: diventa espressione di sé, esplorazione di tecniche artistiche e capacità di capire, interpretare e restituire al mondo.

Una prof di lettere delle medie con cui ho lavorato richiedeva ai suoi studenti di disegnare la copertina e cambiare il titolo del libro che avevano letto.

Secondo me è un’ottima variante del solito riassuntino.
Oppure mmaginatevi, in una scuola superiore, di far fare la scheda di lettura utilizzando soltanto lo smartphone. Io avevo fatto rappresentare un libro utilizzando snapchat.

Ogni ragazzo potrebbe far sua la tecnica che preferisce, purché gli venga data la libertà di rappresentare ciò che il libro gli ha lasciato.
Sempre per una rappresentazione creativa e libera, per i più grandi perché non pensare a chiedere loro di creare la propria playlist musicale su spotify ispirandosi al libro che hanno appena letto?

CreaRE un’esperienza con il libro e intorno al libro.

Drizzate le antenne e fate a caso al tema del libro: nella vostra città o nei dintorni ci sono mostre, musei, iniziative o luoghi che possono allacciarsi, anche solo flebilmente, al libro?
E’ l’occasione buona per trasformare in realtà ciò che si è letto.

In questa categoria rientra un tipo di esperienza che da anni riscuote grande successo nelle scuole, ovvero l’incontro con autore in classe: parlare del libro direttamente con chi lo ha scritto esercita sempre un grande fascino.
Perché il libro deve essere vivo.

Avendo a disposizione, o sapendo di avere a disposizione, l’autore tutto per sé, i ragazzi possono allenarsi a preparare interviste, trailer, occasioni interattive per far vivere il libro dimostrando di avere strumenti critici e interpretativi.

Un’altra fortunata esperienza, non nuova ma non abbastanza diffusa, è la pratica di leggere ad alta voce alla classe.
Un’abitudine che hanno alcune maestre delle elementari ma che non andrebbe sottovalutata anche per i ragazzi più grandi.

In questa categoria rientrano anche quei pacchetti pensati dalle case editrici dove si propongono laboratori e altri tipi di esperienze. Ci sono case editrici che stanno lavorando molto e bene sull’offerta didattica, ad esempio Marcos y Marcos che propone visite in casa editrice, laboratori sulla lettura ad alta voce e messa in scena del lavoro di classe o la scoperta dei mestieri del libro.

Il libro è un’occasione di incontro.

Ma questa occasione va creata.

Invece di scrivere una scheda di lettura perché non aprire un dibattito in classe? Uno spazio di confronto dove i ragazzi difendono delle posizioni e imparano a esporre e argomentare. Perché non fare una rappresentazione dove ciascun ragazzo o bambino racconta cosa ha letto, tipo stand up comedy? Oppure fare per un bel gruppo di lettura sul libro affidato per quel mese?

Come si fa ad avere tutte queste idee per usare meglio i libri a scuola?

Leggendo, informandosi e collaborando…con dei bravi librai o bibliotecari.

Siamo quelli che leggono tutte le nuove uscite, che conosciamo i migliori autori che ben si prestano all’incontro con le classi, che sanno a memoria le offerte delle case editrici.

A forza di leggere tanto, di parlare con gli autori, con gli editori, con gli altri librai e soprattutto grazie alle richieste più strane fatte dalle persone nella mia testa c’è un’intera biblioteca di idee pronte per l’uso. Conosco personalmente e seguo validi librai che con le scuole hanno attuato della proficue collaborazioni che mirano solo a una cosa: crescere buoni lettori e usare bene i libri a scuola.

E il buon lettore è quell’individuo che sa trarre il meglio da un libro, anche solo il piacere.

Ogni libro porta con sé più storie: quella narrata, la storia dell’autore, il contesto in cui il libro è inserito e la storia che suscita all’interno della mente del lettore.

I libri a scuola possono stimolare una sensibilità.

A quel punto è tutta questione di lasciare spazio ai bambini e ai ragazzi per imparare a dare voce ed espressione a questa sensibilità.

Quello che vi ho dato è solo qualche piccolo suggerimento e ogni libro porta con sé un mondo di idee da mettere in gioco.

Intanto vi lascio il video del post, se siete pigri 🙂

EDIT del 9 luglio 2020

Questo è un post che scrissi ben due anni fa.
Nel frattempo ho letto ancora più libri, ancora più saggi e ho frequentato corsi e seminari di aggiornamento.

Il mondo della scuola ha subì l’ondata del covid e nella lunga e dibattuta polemica “DAD SÌ/DAD NO” mi domando dove siano finiti i libri.

E nel frattempo, proprio in questi giorni, si sta aprendo nuovamente il dibattito, grazie a Enrico Galiano, sulla scheda di lettura.
Che come avrete capito, io aborro.

Nel mesi covid ho effettuato tantissime consulenze per insegnanti in cui ho preparato percorsi multidisciplinari a partire dai libri, ma che si sviluppano anche su altre piattaforme e che facilitino le più svariate espressività dei ragazzi.

La mia speranza è che gli insegnanti si possano aprire a nuove sperimentazioni espressive, che collaborino di più con chi lavora coi libri per aiutare i ragazzi a fare la cosa su cui da sempre insisto: far sì che la capacità di porsi le domande e di andare a cercare le risposte nei libri diventi naturale.

Qui il link alle mie consulenze.

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