3 motivi per cui nei libri le dimensioni non contano

A volte è tutta questione di dimensioni: contano oppure no? Nei libri sicuramente no.

Succede spesso, quasi ogni giorno.
Clienti che entrano diretti al reparto bambini e ti chiedono consiglio su un libro da regalare.
“Vorrei un libro per una bambina di 7 anni”
E tu gli racconti un po’ delle ultime storie che hai letto, libri divertenti, dalla copertina accattivante e dalla trama che lo è ancora di più.
Loro ascoltano, sorridono perché la storia è piaciuta e lì arriva la frase che ti smonta come solo i mobili Ikea sanno essere smontati.
“Bello, ma… tutto qui?
Cioè è un libro piccolo, non ha qualcosa di un po’ più…SOSTANZIOSO?”
La morte.
Quando si tratta di regalare un libro ai bambini, e quindi tu libraio proponi un libro ad un intermediario che poi lo passerà al fruitore finale, gli ostacoli che nascono sono davvero tanti.

Quello dell’aspetto è uno dei principali. Un libro piccolo viene visto come un oggetto povero, “non sta bene” regalarlo perché “chissà, magari pensano che siamo stati tirchi”.
Questo è il pensiero dietro ad un “No, è troppo piccolo”.

E io ho tre motivazioni che vogliono provare a confutare questa tesi sbagliata in partenza, perché nei libri le dimensioni non contano.

Corte o lunghe che siano, l’importante è che le storie siano buone.

Seneca lo diceva riferendosi alla vita e la vita in fondo è una storia. Corta o lunga che sia, basta che dia soddisfazione.
J.K. Rowling ha proprio ripreso questa massima applicandola anche alle storie nel suo ultimo libro “Buona vita a tutti”.
Anche il più piccolo libro può nascondere tra le sue pagine un grandissimo potenziale: quello di far nascere le passioni. Dal resto un incendio, un fuoco, divampa da una piccola fiammella. Da un libro può nascere una curiosità, un interesse, una passione che magari avrà vita breve, magari rimarrà a lungo.
Non importa, da un piccolo oggetto può nascere una grande passione.

Un libro rappresenta una porta per un nuovo mondo.

Per un bambino (ma non solo!) il libro è un’esperienza. Ci tengo molto a sottolineare come il libro sia un oggetto vivo e che intorno ad esso si intrecciano vite e storie. Magari quel bambino è un lettore appassionato e si farà richiamare dalla maestra perché sta leggendo sottobanco il suo nuovo libro. Più probabilmente saranno mamma o papà a leggerglielo la sera, prima di andare a dormire. Quindi quel piccolo libro diventa un’occasione per passare del buon tempo insieme quando ormai le occasioni si ritagliano sempre più a fatica.

State regalando una storia, non un semplice oggetto.

L’ultimo motivo è un consiglio. Quando queste persone chiedono “qualcosa di un po’ più sostanzioso” si vede proprio che temono il giudizio altrui. Io vi dico di non avere paura: state facendo un regalo, un pensiero spontaneo e non richiesto, qualcosa di apprezzabile e apprezzato. State regalando una storia, stare regalando uno degli oggetti più potenti del mondo. La mia prof. di lettere diceva sempre che un libro può uccidere. Parlava del Nome della Rosa nello specifico, ma in un senso più ampio intendeva che un libro uccide un pensiero per farne nascere un altro, poco importa quale sia la sua dimensione.

Pensate ai libri che avete amato, quando eravate piccoli o anche da adulti. Sono tutti ricchi e traboccanti e grandi o sfarzosi?

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