disegnare la propria vita

Tu sei qui: disegnare la propria vita

Avete presente quelle planimetrie nei grandi negozi o nei centri turistici che vi dicono tu sei qui?

Bisogna ricordarsi di farlo ogni tanto.
Di rammentare a se stessi a che punto si è.

Uso l’espressione “disegnare la propria vita” in seguito a tutta una serie di spunti e riflessioni.
Vi avverto: è un post lungo!

disegnare la propria vita

La tesi di laurea: chi eravamo

Ho una collega che sta scrivendo la sua tesi di laurea e mi ha fatto ripensare alla mia.

Ripensare alla propria tesi è come se ci desse un ritratto di chi eravamo: la materia che ci piaceva, quella che avremmo voluto portare con noi magari per l’esperienza lavorativa più prossima.
Alcuni riuscivano ad inserire nella propria tesi un pezzetto di professione, altri invece affrontavano la tesi come un’incognita perché capire dove si vuole andare è difficile.

Mi fa sorridere pensare alle materie di laurea: in triennale scelsi etnomusicologia con una tesi sul ruolo della fotografia a servizio delle ricerca etnomusicologica nelle spedizioni di Ernesto De Martino nel Sud Italia degli anni ’50.

In specialistica storia dello spettacolo circense e di strada con una tesi sulla fotografia di scena al circo (catalogai, analizzai e archiviai un fondo fotografico all’Archivio di Arti Circensi di Verona (CEDAC).

Sorprendentemente ho lavorato sia con la fotografia sia con lo spettacolo circense.
Oggi non lavoro più con nulla che riguardi le mie tesi, ma in realtà tutto rispecchia ciò che ero.

(Le foto fatte da mio padre sono sempre, immancabilmente sfocate)

I libri, le storie, la curiosità verso la rappresentazione narrativa realizzata con i più svariati mezzi (musica, spettacolo, drammaturgia, reportage, racconto) hanno tutti lo stesso comune denominatore.
Oggi, muovermi tra scaffali che contengono storie e saperi e poterli veicolare secondo i bisogni è un punto di arrivo perfetto.

Ma allora perché all’epoca non mi rivolsi direttamente a una libreria per lavorare?

Perché per disegnare la propria vita bisogna stabilire una direzione, ben più difficile è individuare un punto di arrivo

La pagina ig di Kidsbook Time

Un confronto che arricchisce

Ho fatto una chiacchierata con Kidsbook Time (qui il blog e qui la sua bellissima pagina instagram).

Una divagazione: sono una persona asociale, introversa e ipercritica.
Nel gran vociare del web (e intorno ai libri per bambini ce n’è troppo!) preferisco ascoltare chi mi trasmette qualcosa.
Erjola, oltre a una grandissima competenza, ha una profonda preparazione e vivacità intellettuale, tutti elementi che mi incuriosiscono e intrigano.

Con Erjola abbiamo fatto una chiacchierata a proposito di saggi che-proprio-non-puoi-non-avere, percorsi di studi e corsi di formazione.
Poi qualche giorno fa ha dedicato una serie di stories ai rimpianti.

Moltissime persone hanno dichiarato di avere rimpianti a proposito del proprio percorso di studi.

mostri dentro_Stefania Ciocca

E’ incredibile quante siano le persone con uno sguardo malinconico, frustrato e arrabbiato rivolto all’indietro verso la scelta della facoltà universitaria.
Un argomento talmente tanto universale da essere diventato anche uno dei due temi centrali di uno degli ultimi lavori di Zerocalcare, Scheletri.

Ne parlavo anche qui mentre di rimpianto e di libri che aiutano a non averne ne parlavo qui.

E qui arriviamo al terzo spunto di riflessione al quale devo anche l’espressione disegnare la propria vita.

Design your life

Design your life, un manuale che TUTTI dovrebbero leggere

Quando dico che tutti dovrebbero leggere Design your life, intendo poprio tutti.
In particolare gli adolescenti giunti in prossimità della fine della scuola, e gli insegnanti per capire come potere aiutarli nella scelta. Ma anche durante l’università, alla fine dell’università, nei momenti di empasse lavorativi.

Il merito di Design your life è quello di farvi riflettere sul dove siete ora.

Perché per disegnare la propria vita bisogna capire dove siete ora così da iniziare a camminare.
Orientarsi vuol dire stabilire una direzione, non conoscere la meta.

Design your life è un saggio scritto da Bill Burnett e Dave Evans, due professionisti e due docenti dell’Università di Stanford dove tengono un corso dedicato al disegnare la propria vita.

Un corso che mette insieme il life design, il business plan, l’ascolto di se stessi nel profondo alla ricerca di daimon e vocazione.

Disegnare la propria vita vuol dire adottare la mente di un designer davanti alla risoluzione dei problemi.

Quindi comprendere se un problema è un problema di gravità (e cioè un dato di realtà su cui non si può agire), oppure imparare a guardarlo da prospettive diverse, fare dei prototipi, cercare dei collaboratori, fallire, riprovare.
Capire dove si è.

Il bello del Life Design è che può essere adotatto da chiunque, infatti in apertura di Design your life vengono fatti tre esempi:

– una donna con una passione, che si laurea seguendo quella passione e che poi scopre di non voler lavorare nell’ambito in cui si è laureata;
> Condizion limitante: la laurea ottenuta determina la tua carriera
> Reframe: tre quarti di tutti i laureati no intraprende una carriera lavorativa collegata al titolo di studio.

– una donna con una carriera di successo, ma che sente un nodo nello stomaco. E’ nel posto giusto?
> Condizione limitante: se avrai successo, sarai felice
> Reframe: la vera felicità deriva dalla progettazione di una vita che funziona

– un uomo che ha studiato, lavora, guadagna, paga, mantiene e mette a profitto le sue giornate. Ma che continua a domandarsi “Perchè sto facendo tutto questo?”.
> Condizione limitante: è così che si fa nella vita
> Reframe: non sei costretto a farlo per sempre, non è mai troppo tardi per progettare la vita che ami

Come vedete da questi tre esempi, Design your life agisce sul cambio di prospettiva.

Per disegnare la propria vita bisogna fare come si fa nel disegno vero: provare, cambiare angolazione, cancellare.

Disegna che ti disegna, alla fine viene fuori la storia come la desideri.

Design your life vi aiuta a disegnare ciò che volete fare da grandi.
Anche se siete già grandi, perché nella vita si cambia.
Come fanno le scale di Harry Potter.
E la vera domanda non è “Cosa vuoi fare da grande?” ma “In chi o che cosa vuoi trasformarti?”.

disegnare la propria vita

Design your life è un manuale talmente perfetto e ricco di spunti formativi e di crescita professionale che devo darmi un limite, se no ci scrivo un’altra tesi!

La lezione più importante di Design your life (che è pure pieno di esercizi pratici), è questa:

I nostri problemi diventano la nostra storia, e ognuno di noi può restare bloccato nella propria storia. Scegliere su quale problema lavorare può essere la decisione più importante che prendi, perché le persone possono perdere anni (o una vita intera) a lavorare sul problema sbagliato.

Ma poiché la mia caratteristica principale numero uno è di fare accostamenti arditi, e la numero due è di portare sempre un albo illustrato come allargamento di visuale, ecco che vi propongo una contaminazione.

Ad esempio, per parlare di problemi e di reframing, ci sarebbe un percorso tra problemi e albi illustrati.
Oppure per allenare il punto di vista ci sono altri albi illustrati.

disegnare la propria vita

Per riflettere su dove siete e per disegnare la vostra vita, fate come Harold.

Harold e la matita viola è un perfetto esempio di life design.

Harold ha un foglio bianco (la sua vita), se stesso, e una matita viola.
La matita viola può essere l’immaginazione, la capacità di visualizzazione, il bagaglio di competenze che ha accumulato e che variano a seconda del punto in cui siete.

Harold è un bambino, il suo bagaglio è limitato e la direzione che si dà è quella di una semplice passeggiata prima di andare a dormire.

Cambiate i fattori, ma la modalità è quasi uguale.
Mentre Harold disegna la sua vita, segue suggestioni, desideri del momento, cavalca imprevisti.
Harold è un esempio di resilienza, di ascolto di sé e di utilizzo delle risorse a disposizione.

E anche lui fa quello che tutti dovrebbero fare: cercare i riferimenti per capire dove si é in questo momento.

Se capite dove siete, capirete anche che quello che avete fatto e che considerate sbagliato non è una colpa ma vi dà un senso di responsabilità per arricchire il vostro bagaglio e darvi completezza per dove vorrete andare.

Voi dove siete?

Vuoi avviare un percorso, per te, il tuo gruppo, la tua classe tra albi illustrati e disegni di vita? Contattami e lo studiamo insieme!

 

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