Di case, maiali e credibilità su instagram

Ecce bombo ne ha fatto un’apologia dell’apparizione.

Prima ancora era stata la profetica frase di Andy Warhol:

Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti.

Viene da domandarsi per cosa sarà famoso.

Alcuni decenni dopo cambiano i palcoscenici ma, per dirla alla Tlon, tutti stiamo nella Società della performance.

La mia riflessione, venata di polemica, nasce dalla frequentazione da quel mondo distopico che a volte sa essere instagram.

Internet ci dà contenuti e tanta occasione di crescita.

Ma troppo spesso si scambiano i social per l’unico luogo dove imparare e formarsi.

I social sono luoghi che possono ispirare, favorire scambi e dare spunti di lavoro.

Ma mai si sostituiranno ad anni di formazione o di esperienza lavorativa.

Anche per ottenere questa “merce”, bisogna muoversi sul terreno della credibilità.

La visibilità è aleatoria, è moneta sonante, ma si poggia su un terreno labile, mutevole, scivoloso.

La credibilità invece ha i piedi piantati nel terreno.

Per indagare al meglio la fenomenologia di chi “crea” contenuti divulgativi sui social, utilizzerò la metafora della costruzione di una casa.

E per farlo mi avvarrò della collaborazione di tre celebri maiali.

Ci sono profili che hanno appreso i rudimenti della materia che trattano da un giorno all’altro, e con ammiccamenti, belle parole e belle fotografie chiedono materiali e collaborazioni con la filiera del mercato che vende prodotti.

L’affidabilità di un profilo del genere è pari al maialino che costruisce la casa con la paglia.

Carina, instagrammabile con tutto quel pagliericcio che fa tanto esotico.
Si mette in piedi in un baleno ma altrettanto in un baleno viene giù.

C’è poi il profilo di chi copia (pardon, si “ispira”).

Che è sempre sui social, non apre i libri o i veri canali di (in)formazione, ma vedendo le foto che funzionano e che non funzionano o le altrui dirette, senza approfondire ma conoscendo quello che scrivono gli altri, cerca di vendersi.

Questo è il maialino che costruisce con il legno la propria casetta.

D’altronde il legno è tanto shabby-chic!
Sembra essere solido, ma alle intemperie e a una leggera pressione, puf viene giù.

Queste due casette sono belle e graziose.
Nella loro facciata.
Ma mancano di qualcosa che è poco visibile ma fondamentale.

E’ quello che ha il maialino muratore: quello che non solo ha una casa solida, magari meno “instagrammabile” (il cemento, che volgaritè!), ma che ha le fondamenta ben ancorate dentro al suolo.

Le fondamenta: la struttura portante dell’edificio, quella che non si vede ma che permette all’edificio di elevarsi e di resistere.

Non si vedono sui social, ma ci sono.

Questo profilo è quello del maialino che progetta, ha esperienza, materiali, capacità reali.

Sui social tutti “vendiamo la nostra fetta di prosciutto”, come ha detto Guia Soncini (grazie a Libreria Nuova Avventura per avermela fatta conoscere).
Qui l’articolo completo.

la giornata del diritto a venire prese sul serio anche quando non sei all’altezza del compito credo sia lo stesso giorno della sera dei miracoli.

Lo sappiamo tutti che si sta sui social per vendere e per ottenere qualcosa.

Un puntello al proprio ego, una distrazione, un’evasione dalla routine, una nuova occasione di rilancio, un desiderio reale di condivisione, il modo per avere visibilità e magari anche un guadagno.

Ma io mi domando: davanti a profili identici, nel modo di proporre, di interagire, di dire ciò che qualunque descrizione di Amazon è in grado di dire.

Di un profilo così, che non riesce ad essere originale nemmeno nel proprio nome, come si può pensare che sia in grado di fornire un qualche spunto originale sull’argomento che sta trattando?

Il problema è la nostra reale capacità di saper prendere sul serio chi stiamo guardando.

E ancora più fondo: sulla base di cosa possiamo essere presi sul serio?
Abbiamo davvero le fondamenta per pretenderlo?

Da dove mi esce il fiele?

Sui social ho una bolla composta al 60% dal mondo dei libri: editori, librai, bibliotecari, appassionati di letteratura e di lettura, scrittori, illustratori, blogger e bookblogger.

Poi ci sono i profili che seguo per altri miei interessi: la crescita personale, la psicologia, l’educazione, l’arte, i viaggi, la cucina, la nutrizione, la salute e molto altro.

Mi piace seguire questi profili perché sono fatti da persone che hanno le seguenti caratteristiche:

  • Competenza che deriva da studio, esperienza, sensibilità. Non si fingono queste abilità. O ci sono o non ci sono.
  • Lo sguardo: sono tutte persone che amano andare oltre il primo livello di lettura e spaziano con curiosità mostrando nuovi punti di vista
  • La modalità di comunicare: al pari del timbro della voce, il modo di comunicare online (e offline, perché fortunatamente tra i profili che conosco c’è perfetta corrispondenza tra chi sono online e offline) porta con sé stile. Può essere ironico o compito, creativo o divulgativo o tutte queste cose insieme.
https://twitter.com/leonidafem/status/1110238951217029123
Fonte: https://twitter.com/leonidafem/status/1110238951217029123

E poi ci sono le copie di mille riassunti.

Chi decide di utilizzare instagram o i social per approfondire le proprie conoscenze, non può ignorare il lavoro che ci vuole per creare alcuni tipi di contenuti.

Che non sono banale copia e incolla.

Il bello, il carino, l’acchiappalike, funziona come funziona una casetta di pagliericcio o di legno: sono belle e piacevoli.
Ma non reggono alla pressione, a lungo andare.

Mi permetto di osservare la mia bolla libresca, ma questo discorso sì che si può copiare/incollare a tutti quegli ambiti professionali di cui si fa divulgazione in ambito social.

I miei tre maiali d’accompagnamento mi ricordano che tutto ciò è quanto vivono da anni i medici, che si vedono pazienti contestarli perché l’università dell’internet non dà ragione alla loro lauree e specializzazioni.

Niente di nuovo, lo so.

Ma a voi lettori, utenti, navigatori di questo infinito mare popolato di tante isole chiedo una cosa.

Di essere consapevoli.
Bene se vi piace la casetta di paglia o quella di legno: sono belle, piacevoli e ci fanno trascorrere ludici momento di spasso o di gioioso interesse.

Ma se volete la solidità, ricordatevi della casa di cemento e affidatevi a qualcuno che non passa il tempo zufolando, ma basando la propria  credibilità su un terreno solido.

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