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Mode e tendenze in editoria: come e dove nascono?

Premessa: con questo post dedicato a mode e tendenze in editoria non voglio puntare il dito e urlare “Il Re è nudo!”.

Non c’è critica, non c’è accusa, non c’è desiderio di mostrare cosa è bene e cosa è male.

Mi sta molto a cuore che gli appassionati di libri abbiano nuovi strumenti con i quali guardare agli scaffali della libreria.

Ogni anno, grazie  a Langue&Parole, tengo un modulo del loro corso dedicato a Il Mercato editoriale per bambini e ragazzi..

In quel caso il pubblico a cui mi rivolgo è formato da addetti del mestiere editoriale o aspiranti tali: redattori, traduttori, persone che vogliono scrivere o pubblicare per bambini, editori che vogliono aggiornarsi.

Mi preme quindi sempre molto cercare di dare coordinate precise dal punto di vista di chi lavora in libreria.
Per farlo mi baso sulla mia esperienza quotidiana e sull’osservazione ad ampio raggio.

Una delle immagini che più amo, l’ho ripetuto più volte, è quella del professor Keating che insegna ai suoi ragazzi a cambiare prospettiva.

 

La mia osservazione di mode e tendenze nell’editoria è proprio frutto di questo desiderio di salire in piedi su un tavolo e guardare le pubblicazioni nel loro insieme.

Di cosa parliamo quando parliamo di mode e tendenze in editoria (non solo per bambini)?

Le tendenze le dettano in pochi.

Sono direzioni indicate da esigenze sociali e culturali a livello mondiale.
I bravi editori (e quindi a monte ci sono bravi autori ed artisti) realizzano libri che sanno essere attuali e universali.

Le tendenze sono quelle direzioni che si intraprendono quando ci si mette in ascolto dei bisogni del mondo, quando si percepiscono le necessità e le domande della società.

La moda arriva dopo.

Quando le tendenze vengono percorse da più persone, diventano mode.

E le mode sono armi a doppio taglio, perché non sempre sono portate avanti da prodotti di qualità.

Quando le prime timide tendenze dimostrano di funzionare e di attecchire, allora arrivano tutti gli altri e ci si buttano a pesce, spesso facendo buoni lavori, altrettanto spesso saturando il mercato.

A volte può volerci molto tempo.
Gli editori attenti possono non essere premiati a dovere se la lungimiranza è troppa: perché il pubblico può non essere pronto.

La tendenza si tarsforma in moda perché si sposa anche con il momento giusto.

Esempi di tendenze divenute mode?

I libri sulle emozioni: prima ci furono Inside Out e I colori delle emozioni di Ana Llenas pubblicata da Gribaudo.
Poi piano piano il fiume si è ingrossato e io in libreria ho un’intera campata di libri dedicati alle emozioni.

l libri e i cofanetti del metodo Montessori:l’apripista è stata la casa editrice L’Ippocampo.

Le raccolte biografiche (ne parlavo anche qui e qui) di donne forti.

Più di recente l’ecologia scaturita dal fenomeno Greta Thunberg e i libri sulla filosofia.

E potrei andare avanti ancora per molto.

Tutti questi argometi sono stati tendenze.

Con questo non voglio dire che la tendenza è buona e la moda è male.

La prima si pone a servizio della società, la seconda diffonde i messaggi e fa girare il mercato.
E le librerie e le case editrici vivono se il mercato gira.

A cosa serve quindi un post che parla di mode e tendenze in editoria?
Bè, a niente di particolare, è un po’ come conoscere le leggi della gravità prima di andare a passeggio.

Ma sono certa che, se come me, siete appassionati di questo meraviglioso mondo che è l’editoria, sapere e conoscerne i meccenismi vi dà un livello in più di consapevolezza.

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