con ali sbagliate stefania ciocca

Con le ali sbagliate di Gabriele Clima

Spesso sono prolissa.
Per me i libri sono mondi che si aprono in così tante strade, e io amo indicarle, descriverle.
A volte però è giusto lasciar parlare le pagine, le parole stesse di quei libri, perché migliore descrizione non esiste.
Con le ali sbagliate di Gabriele Clima, edito da Uovonero, è uno di questi libri.

Lascerò spazio a questo romanzo e lo accompagnerò alle parole e alle immagini di un albo illustrato che mi è venuto in mente non appena ho iniziato a leggerlo.

La trama è semplice.
Il percorso, i sentimenti, le riflessioni di certo non lo sono.
Nino è un adolescente che ha sempre saputo di essere gay.
Ma fuori, nella sua famiglia, nel posto in cui vive, Nino è un fattore che non rientra in nessuna formula.
Preoccupati per lui, perchè rischia di rimanere escluso dalle formule che regolano la vita, i genitori lo mandano da Don Claudio, in una sorta di “clinica” dove rieducano “quelli come lui”.
Lì dentro Nino non ci resiste e scappa.
Sulla sua strada non sono poche le difficoltà e i pericoli che sfiora, ma tra tutto questo buio ha la fortuna di incontrare Grace.
Grace, che un giorno di tanto tempo prima si chiamava Gianluca e che capisce davvero bene cosa stia passando Nino.
Grace accoglie Nino con tutta la generosità, il calore e l’umanità che solo chi ha attraversato i deserti può provare.
E accompagna per un pezzo Nino in questo percorso, che è solo suo, di accettazione delle sue ali.

Troppo facile ridurre Con le ali sbagliate a libro “a tema”.

Quei libri che, prima ancora di una storia, sono classificabili per un tema di attualità che è importante trattare.
Con le ali sbagliate va letto.
Sì, tratta anche un tema.
Ma lo fa prima di tutto con una storia che lascia spazio al modo di sentirsi al mondo.
E al modo di sentire il mondo.

Come le ali: ne esistono di infinite varietà, e così sono le varietà di sfumature di questo breve romanzo.

Sarebbe troppo facile scadere nelle riduzioni: un tema, un sentimento, un giudizio, un’accusa.
Invece no, bisogna scavare, nel bene e nel male, e trovare tutti i veri colori.
Prendiamo il padre di Nino, che facendo leva sul senso di colpa e sulla felicità della famiglia messa a rischio, convince Nino ad andare in clinica da Don Claudio.
Sarebbe facile bollarlo con un’etichetta.
Ma rischieremmo di perdere la moltitudine di sentimenti di un uomo che ama suo figlio, ma che non riesce a capire il mondo fuori dai suoi schemi mentali.
Papà dice che c’è un ordine naturale, uno schema precostituito che ogni individuo deve rispettare.
Se qualcosa esce dallo schema, si corregge; se non si può correggere, non può stare all’interno dello schema […]
Se non posso rientrare in una formula, se sono fuori dall’ordine naturale delle cose, chi sono, quale formua, quale ordine?
E’ difficile la strada per Nino.
Però c’è una cosa illuminante in questo libro.

Con le Ali sbagliate è una storia che non parla di conflitto interiore, ma di dialogo interiore.

Il dialogo costante con se stesso.
Un dialogo interiore che cerca disperatamemte di uscire, a volte scontrandosi con il riflesso in uno specchio, altre volte sprofondando nel buio degli occhi di qualcun altro o trovando conforto in qualcuno che forse è solo proiezione della mente.
“Credici, tesoro, si sistema tutto”
Lo dice Grace, personaggio meraviglioso che conosce bene il conflitto, e per questo instaura un dialogo con Nino.
E mentre cresceva, mentre Grace diventava grande e Gianluca insieme a lei, sentiva di impazzire. Perché Gianluca non se ne andava? Perché non la lasciava in pace? Lo aveva odiato, fino a provare nausea di sé stessa, fino a travestirsi per cercare di ingannarlo, di sfuggirgli
E a pagina 110/111 c’è il più bel dialogo di tutto il libro:
“A volte penso ancora come mi sentivo. Sbagliata, colpevole, un errore della natura, come un uccello che non sa volare”.
Le sorrido. “I pinguini non sanno volare” le dico.
“Perché hanno le ali sbagliate” dice sorridendo a sua volta.
Ma è un sorriso che si spegne subito.
“Ti ci fanno sentire , in questo modo, Nino. Un uccello con le ali sbagliate. E alla fine arrivi a crederci”.
Penso a come mi sento io, alle mie di ali, a come sono. “Io non so come sono le mia ali”.
Grace scuote la testa. “Nessuno lo sa, tesoro”. Sorride. “Neanche in pinguini. Eppure eccoli lì, i pinguini, e nessuno dice niente […] Fai come i pinguini, Nino: fregatene, usale, le tue ali, non credere a chi ti dice che sono sbagliate”.
guarda che la luce è del cielo
Ho lasciato spazio alle parole del libro e a poca critica da parte mia, ma non potevo esimermi dall’accostare Con le ali sbagliate a un bellissimo albo illustrato.

Con le ali sbagliate è una variazione sul tema della propria identità che si trova anche in Guarda che la luce è del cielo.

Un albo illustrato di cui ho parlato spesso, soprattutto in relazione ai momenti difficili della vita.
Non sappiamo da dove vengano le ali del protagonista.
Sappiamo che le ha e che non riesce ad accettarle.
Non sappiamo se siano quelle giuste o quelle sbagliate.
Lui cerca di eliminarle.
La prima cosa che ho pensato era di farmele asportare chirurgicamente, recidere alla radice della schiena, dove nascevano, perché non ne restasse traccia […]
Per capire e soffrire meno.
Poi qualcuno lo accetta così com’è.
A differenza di Nino, è il dialogo con sua madre che lo vede per davvero e gli permette di vedersi a sua volta.
E a quel punto bisogna capire che cosa sono quelle ali.
Che forma hanno?
A cosa servono?
Possono stare chiuse o devono spiegarsi?
Questo è lo stesso percorso che spetta a Nino alla fine di Con le ali sbagliate e che forse aspetta tutti noi.
Tutti abbiamo bisogno di essere compresi, ma prima di tutti dobbiamo comprenderci nella nostra interezza e unicità.
Con amore e timore mi guardavo, senza riuscire a risolvermi.
Avanti, mi dicevo, apri queste ali se hai coraggio.
E così un giorno osai farlo.
Ero solo e forse per questo mi decisi.
ormai non potevo più essere quello di prima.
Mi piacesse o no ero questo.
Un uomo con le ali che non sa niente di se stesso
guarda che la luce è del cielo

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