Odio l’editoria ragazzi!

Io, che sull’editoria ragazzi costruisco percorsi, corsi, gruppi.
L’editoria ragazzi, alla quale dedico felicemente le mie giornate e spesso anche il mio tempo libero.
Come posso affermare tale scempiaggine?

Cosa mi porta a dire che odio l’editoria ragazzi?

Gli editori stessi.

Perché mi spiace con tutto il cuore dirlo, ma le scempiaggini le stanno facendo loro.

Ora scendo dall’iperbole che ho creato e spiego meglio quel che penso.

Ovviamente i libri per ragazzi continuo ad amarli, a studiarli, a proporli  e a lasciarmi ispirare da loro.
Quello che non sopporto nell’andamento degli ultimi tempi dell’editoria ragazzi è l’impennata di pubblicazioni.

E’ un dato di fatto.

Negli ultimi due anni molti editori e neo tali si sono buttati nell’editoria ragazzi, convinti di trovarci una via di mezzo tra il paese di Bengodi e il paese di Cuccagna attraversati da vie aurifere.

E’ da anni che ad ogni pubblicazione dei dati dell’editoria si decanta quanto il settore ragazzi sia un’isola felice, l’unico settore sano e in rialzo.

E ad ogni proclama di questo livello sempre più editori hanno scelto di dedicarsi maggiormente all’editoria ragazzi.

Alcuni implementando le pubblicazioni.
Altri creando il settore ragazzi, che prima non avevano.
E altri ancora creando case editrici per ragazzi da zero.

Gliela si legge in faccia l’intenzione.

“L’editoria ragazzi va benone! Pubblichiamo libri per bambini, così facciamo soldi!”

Bè, soldi.
Un po’ di soldi. Mica tantissimi, stiamo pur sempre parlando di libri, i guadagni son quello che sono.

Invece il mercato (saturo) dell’editoria ragazzi, in questo momento, si divide più o meno così:

Editori storici, affermati, che continuano a fare bene il loro lavoro.
Alcuni hanno aumentato le proprie pubblicazioni, aumentando di pari passo l’attenzione alle tendenze e alle richieste di mercato.

Altri si sono mantenuti fedeli alla propria linea editoriale e al proprio numero di pubblicazioni. Continuando a fare bene.

Ci sono anche editori storici, che però hanno iniziato a pubblicare di più.
A volte tirando fuori dal cilindro delle chicche, spesso inseguendo la moda del momento, generando così tante simpatiche copie, di copie, di copie…

Editori storici, affermatissimi nelle edicole, negli autogrill e nelle librerie dei centri commerciali.
Servono anche loro, certo. Il guaio è che pure loro hanno aumentato la produzione (a volte pure la dimensione dei libri che pubblicano…occupano sempre più spazio).

Editori che non hanno mai avuto un settore ragazzi, e siccome tutti ci si stavano tuffando si son detti “Insomma…perché no?”.
In queste fila ci sono esempi ottimi e esempi meno virtuosi.
Iperborea è sicuramente l’esempio più riuscito, riuscitissimo, di questa categoria.
Ci sono altri della cui discesa in campo non sentivamo la necessità.

Editori che prima non esistevano.
Alcuni hanno creato felici esperienze.
Altri anche no.

Sapete cosa succede quando si produce, si produce, si produce riempiendo il mercato di prodotti?

Succedono queste cose qui:

  • Si pubblicano tanti libri, troppi: alcuni bellissimi, altri meh…
  • I libri-meh iniziano ad essere tanti, e quindi “sporcano” il settore.
  • Succede che così le belle pubblicazioni iniziano a perdersi.
  • Il ritmo delle vendite non regge con il ritmo delle suddette pubblicazioni.
  • Il ciclo di vita medio di un libro, già di norma breve, si accorcia ancora di più: si chiama “rotazione della merce”.
  • La merce ruota velocemente. Vuol dire che i libri in esposizione ci stanno poco tempo e se in quel poco tempo non vendono si ritirano, magari a scaffale, magari di costa (che equivale a metterli sotto una pietra tombale). Se non finiscono direttamente in resa.
  • In una parola: saturazione.

Io odio lo stato attuale dell’editoria ragazzi perché si sta avvertendo forte la saturazione del mercato.

Ed è quello che sta succedendo.
Si parlava di flessione nella letteratura per ragazzi durante il 2019 già al Salone del Libro di Torino. Qui un post di Solo Libri > link.

Si possono cercare cause ovunque: mancanza di titoli forti, crisi dei consumi, lettori in calo, nativi digitali che leggono testi digitali…

Io la penso diversamente, e lo vedo ogni giorno quando lotto con il concetto di spazio e con una pletora di libri da sistemare.

Al settore più amato sta accadendo quello che da anni accade nel settore della narrativa: si pubblica troppo, spesso si pubblica male, e quelle pubblicazioni belle e valide di perdono in un mare di carta (straccia).

E quello che ancora di più mi fa venire voglia di urlare in faccia agli editori “Io vi odio cadauno!” è che tanti di questi attori in gioco non se la meritano, l’editoria ragazzi.

Pubblicare libri per ragazzi, come per tutti i settori specifici, richiede attenzione, studio, competenza, intuizione. E per i casi più eclatanti anche un po’ di fortuna per pescare la carta vincente.

Ciò che chi si muove nell’editoria ragazzi sembra non capire, veterano o neofita che sia, è che rovinare questo settore, compromette anche l’avvicinarsi o meno dei lettori di domani.

E, cari editori, vi svelo un’altra cosuccia: nel settore ragazzi, il 70% delle persone che sbirciano tra gli scaffali, chiedono un consiglio ai librai.

Perché oggettivamente, per una persona adulta che deve fare un regalo, o deve ricominciare a leggere libri per bambini perché è diventato genitore, nonno, educatore, è importante avere una guida.

E i librai i vostri specchietti per le allodole non se li bevono.
Nè tantomeno li propongono.

Vedere questa falsa e folle corsa all’oro fa davvero male, per chi ama l’editoria ragazzi.

Perché alla fine il mio era ovviamente un titolo provocatorio.
L’editoria ragazzi è un tesoro prezioso che è un po’ a rischio.
Quei dati in calo, quelle rotazioni che non ruotano, sapendo le meraviglie che ci passano tra le mani, fanno male al cuore.
E alle vendite.

La soluzione c’è: tornate a pubblicare meno.
Fatelo meglio.
Funzionava e funzionerà ancora.

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